What a gorgeous C114 here. A 6 cylinders 250CE from 1970. These coupé versions of the “E” Klasse are simply beautiful with their style.
Mercedes-Benz 250CE (1970)This one from Milano Autoclassica was a pre-restyling version and claimed to be a one-owner car when put on sale at the fair.
Esperto informatico e CTO di un importante archivio fotografico, da sempre appassionato di auto classiche e fotografia ho avuto il privilegio di vedere i miei scatti pubblicati sulle principali testate di auto storiche, da Petrolicius a Ruoteclassiche.
Dal 2017, firmo gli articoli di Ciclo Otto
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La Miglia Miglia rinnova la sua magia e la sua storia con il passaggio per le strade che l’hanno resa celebre.
Ciclo Otto è stato presente all’arrivo di Monteriggioni, con le splendide vetture in corsa che hanno inscenato una meravigliosa passerella presso I’hotel Piccolo Castello di Monteriggioni.
Mille Miglia: un evento per pochi
Traffico nel parcheggio – Mille Miglia 2017 – Monteriggioni
La Mille Miglia per un appassionato di auto d’epoca è un evento formidabile. Oltre 450 vetture provenienti da tutto il mondo che si radunano per una rievocazione della storica corsa, chiusa tragicamente nel 1957 per il terribile incidente di De Portago. Non è una rievocazione storica come le altre. E l’esclusività dei mezzi la rende chiaramente fuori portata per il piccolo collezionista amatoriale.
Partecipare alla corsa con un proprio mezzo è spesso un evento elitario, sia per le caratteristiche precise che deve avere il mezzo, sia per i costi di iscrizione. Senza sottovalutare che il percorso è ben lungo ed è assolutamente necessario un mezzo di supporto e assistenza perché imbarcarsi in tanti chilometri con dei mezzi dagli anni 20 ai 50 non è uno scherzo (e lo testimoniano i tanti ritiri). Nonostante queste premesse, ogni anno sono migliaia le candidature all’evento e altrettanti gli equipaggi che non risultano ammessi.
E’ un’imperdibile occasione per vedere assieme un numero sterminato di vetture che nella migliore delle ipotesi è possibile osservare in musei o grandi esposizioni. E tutte facendo quello per cui sono nate: muoversi, viaggiare sulle strade. La Mille Miglia è una mostra viaggiante.
Paesaggi surreali
Mercedes 300 SL Gullwing
Per l’appassionato si disvelano momenti surreali, come trovarsi a passeggiare tranquillamente tra 4-5 Mercedes 300SL Gullwing come se si stesse attraversando una strada tra delle Fiat Panda. Oppure sentirsi suonare alla spalle per far strada ad un OM Superba 665 del 1927, che chiede strada con la sua andatura scattosa da oldtimer.
E il tutto si svolge in una naturalezza inaspettata. Le auto le puoi vedere e (rispettosamente) toccare, sentendoti parte di qualcosa che non è alla portata del comune appassionato.
La Mille Miglia ha comunque lati positivi e altri rivedibili. Un signore decide di accendersi una sigaretta poggiato (!!!) su un’Alfa Romeo 6C 1750 non rendendosi conto che si sta sdraiando su un pezzo di storia che vale oltre 2 milioni di euro e che queste anziane “signore” hanno la simpatica tendenza a perdere olio e benzina e quello proprio non è il posto giusto per una cosa del genere.
Lancia Aurelia B24
Un appassionato si illumina indicandomi le differenze nella strumentazione delle varie Lancia Aurelia B24 presenti ricordando il modello nel film “il Sorpasso”, dilungandosi poi sulle differenze nella conformazione del pannello nell’interno porta.
Insomma, queste stupende meraviglie sono la gioia per gli occhi, in un evento popolare, aperto a tutti, semplici appassionati, curiosi o esperti. E poco importa se non sono riuscito ad ammirare una STREPITOSA Cisitalia 202 SC perchè parcheggiato accanto c’era Joe Bastanich immortalato da 300 telefonini, in una bolgia che vista da lontano faceva presagire tutt’altra situazione. Il mondo segue le sue logiche e la bellezza sta negli occhi di chi guarda. E gli occhi di noi, piccoli amatori dell’automobile non possono che godere di questo carrozzone. Contano solo le auto, il resto è imballaggio.
Cisitalia 202 SC Berlinetta
Conseguenze
Il passaggio della Mille Miglia ha anche una sua conseguenza diretta. Con tutta quella bellezza, quello splendore, si finisce per non apprezzare più le “bellezze” di tutti i giorni. Ci vuole un po’ per abituarsi e tornare alla realtà, fatta di Mini Cooper o Renault 4, e quando va bene qualche bella 600 multipla. Ma è così che dev’essere. Si sogna e poi ci si sveglia. In attesa di sognare ancora.
P.S. Proponiamo una rapida selezione di alcune delle foto e delle vetture presenti. Troppe le auto che meritavano attenzione e ci sembrava assurdo pubblicare le oltre 1000 immagini scattate. Verranno pubblicate sull’account instagram di Ciclo Otto: http://www.instagram.com/ciclootto
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Sfida: Invito formale a battersi in un duello o a misurarsi in una qualsiasi competizione.
La sfida del “segmento inferiore” è per ogni casa automobilistica di lusso, un coltello a doppia lama. Scontenta immediatamente i puristi del marchio abbassando il blasone, e rischia spesso di essere un flop, deludendo sia chi si aspetta una macchina di lusso (che potrebbe essere meno curata) e chi pensa, a fronte di una spesa sopra la media, di accaparrarsi comunque una macchina di classe superiore (rimamendo scottato dal confronto con le cugine più costose).
Il progetto 190
Negli anni 70, da più parti si chiedeva a Mercedes un mezzo dai costi più accessibili. Con molta prudenza era stata realizzata qualche maquette, mantenendo il tutto in gran segreto. La casa attendeva dal mercato qualche segnale, soprattutto guardando con interesse i cugini di BMW. In effetti, in quegli anni la casa dell’elica aveva sfornato la serie 02 che andava ad occupare un segmento di mercato appena inferiore a quello delle Mercedes classe E e rappresentava un esempio chiaro di auto di blasone resa accessibile, pur mantenendo identità del marchio. La successiva introduzione della BMW serie 3, diede la spinta definitiva all’ok per il progetto
E’ il dicembre 1982 quando viene presentata la nuova Mercedes 190. La linea rappresentava l’ideale continuazione dell’estetica della classe S (W126) disegnata dallo stesso designer (Bruno Sacco) e riscosse subito pareri favorevoli. Figlia degli anni della crisi petrolifera, come la W126 era particolarmente affinata dal punto di vista aerodinamico.
Prima autovettura di serie, introduceva un’innovazione che sarebbe divenuta uno standard per le auto di alta gamma nei decenni a venire: il retrotreno a ruote indipendenti con sistema multilink. Il sistema consiste nell’ancorare il gruppo ruota alla scocca con un sistema costituito da 5 braccetti. Il risultato è una miglior stabilità della vettura in curva e come effetto collaterale, la possibilità di utilizzare molle e ammortizzatori meno rigidi migliorando il confort. Un’innovazione che verrà utilizzata a piene mani da tutti i costruttori, che rappresenta ancora oggi lo stato dell’arte nella costruzione del reparto sospensioni.
La macchina piaceva e fortunatamente per Mercedes, non si verificò l’effetto “figlia minore”. La macchina si era creata una vita propria e non si referenziava con le sorelle maggiori. Questo probabilmente grazie alla linea ,così diversa dalla sorella maggiore in commercio al tempo (W123), linea che sarà la base di sviluppo per tutte le Mercedes berlina degli anni 80. Presentata inizialmente con sole 2 versioni a benzina (190 e 190E, rispettivamente a carburatori 90CV e iniezione 122CV), nel tempo è stata arricchita dalle versioni diesel (fino a 2.500cc Turbo 122CV) e dalle versioni sportive 2.300-2.500cc con testata a 16 valvole impiegate anche nel campionato turismo DTM.
Mercedes 190E – 2.3 16V – 1985 Immagine di Niels de Wlt
Rimaneva qualche incongruenza, dettata dal suo ruolo di base di gamma. La dotazione accessori era minimale. Cambio a quattro marce, niente contagiri, alzacristalli manuali, niente clima e niente servosterzo. Il prezzo di acquisto che poteva essere considerato alto ma abbordabile, doveva essere integrato con una serie di optional che facevano decisamente lievitare il prezzo.
Vita sportiva
Piccola curiosità riguarda la vita sportiva della 190. All’inaugurazione del rinnovato circuito del Nurburgring il 12 maggio 1984, venne creata una gara spettacolo con piloti di formula 1 che si battagliarono con le Mercedes 190E 2.3 16V. Vetture uguali per tutti. Tra tutti i piloti presenti (James Hunt, Jacques Laffite, Niki Lauda, Carlos Reutemann, Keke Rosberg, Alain Prost) a vincere la gara fu un allora sconosciuto pilota brasiliano al primo anno di formula uno: Ayrton Senna.
La 190 oggi
La vettura, vista con gli occhi di oggi, è ancora attuale e soprattutto dotata di un’affidabilità universalmente accertata. Il milione e 800.000 esemplari venduti è la testimonianza di un progetto ragionato e studiato, realizzato nel momento giusto. Mercedes in questo casa è stata brava ad attendere il momento giusto.
La produzione della 190 è durata fino al 1993 con un solo restyling nel 1988, che comunque non alterò mai la linea originale creata da Sacco.
Dati:
Modello: Mercedes 190
Periodo di produzione: 1983-1993
Motore: 4 cilindri / 5 cilindri diesel – da 1.8 a 2.6 litri
Potenza: Da 72CV a 235CV
Unità prodotte: 1.800.000
Valore stimato: 1.000 – 3000 € – 190E 2.5 16v Evoluzione II: 25.000 € (da Ruoteclassiche)
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