When placing this car in the instagram feed, I’ve immediately decided to place the back of the car as the first pic of the carousel.
The reason is quite simple: IMHO is the best part of the car.
The way Pininfarina resolved the third volume is a 60s classic.
And even if the front of the Flavia that I usually nickname as the “Minion car” (look at half of the front and you’ll agree with me) wasn’t much appreciated at the beginning, this coupé version was immediately convincing.
Looking at the later evolutions of this car (the 2000) I see the same kind of strategy I saw with the 2nd-3rd series of the Appia, where Lancia placed a more modern front on an old body (here, for me, with a far better result).
Anyway, I would love to have one. of these!
Esperto informatico e CTO di un importante archivio fotografico, da sempre appassionato di auto classiche e fotografia ho avuto il privilegio di vedere i miei scatti pubblicati sulle principali testate di auto storiche, da Petrolicius a Ruoteclassiche.
Dal 2017, firmo gli articoli di Ciclo Otto
Un prodotto che doveva catalizzare un pubblico alla ricerca di un’elegante roadster, alla stregua della Mercedes 560 SL.
Utilizzando la base meccanica della sfortunata Cadillac Eldorado Mark XI, la Roadster di Detroit sfoggia una linea tronca, dettata dall’esigenza di ridurre le dimensioni delle vetture in vista degli aumenti del costo carburante sul mercato USA, avvenuti sul finire degli anni 80.
La Allanté è lunga circa 4 metri e mezzo e il nome è stato scelto da una lista di possibili alternative generate da un computer.
Lo stile esterno è curato da Pininfarina che oltre a disegnare la linea della vettura, cura anche l’assemblaggio delle carrozzerie nello stabilimento di Grugliasco (TO).
Da qui nasce quella che viene definita la “catena di montaggio più grande del mondo”, da un velenoso commento riportato dai giornalisti dell’epoca
Odissea automobilistica
L’ambiziosa vettura USA vede riunite scocche e carrozzerie negli stabilimenti di Detroit dove gli operai USA si occupano di ricevere da Pininfarina le carrozzerie da unire alla meccanica.
Fase di scarcio delle Cadillac Allanté – Aeroporto di Detroit – Immagine Jerowill / Wikimedia
Dall’aeroporto di Torino Caselle partono, alla volta degli States speciali cargo Boeing 747 allestiti per il trasporto.
Ogni aereo può trasportare fino a 56 vetture. Ovviamente questa elaborata linea produttiva comporta enormi costi logistici e di produzione, per cui il prezzo finale della Roadster GM supera i 50.000 dollari.
La (ormai datata) Mercedes R107 superava di slancio i 60.000 dollari di prezzo (versione 560SL per il mercato USA), ma il pedigree del marchio, agli occhi del pubblico americano era ben diverso.
Nessuna Cadillac in vendita superava i 30.000 dollari di prezzo, per cui nessun acquirente Cadillac era certamente pronto a spendere una cifra quasi doppia per un’auto del marchio.
Flop annunciato
Presentata nel 1987, la Cadillac Allanté utilizza il motore Cadillac 4.1 litri da 170 Cavalli, abbinato ad un cambio automatico a 4 rapporti.
Cadillac Allanté – Particolare della strumentazione digitale – Immagine Popular Mechanics / Sara Stathas
L’interno è curatissimo e prevede una strumentazione completamente digitale e orientata verso il guidatore.
L’auto viene venduta con hardtop di alluminio di serie e l’unico optional ordinabile è il telefono cellulare.
I risultati di vendita sono però estremamente deludenti. Nel corso del primo anno vengono vendute circa 3.300 vetture.
Come preventivato, nonostante la linea italiana risulta difficile piazzare la vettura ad un costo così alto.
La strumentazione digitale risulta inoltre indigesta, tanto da costringere GM a prevedere come optional la possibilità di avere un classico cruscotto analogico.
Nel 1989 viene sostituito il motore 4.1 con un nuovo 4.5 litri da 200 Cavalli.
Viene introdotto un sistema elettronico di gestione delle sospensioni. Il prezzo di contro sale ancora superando i 55.000 dollari e di per contro Mercedes presenta la formidabile Mercedes SL R129. Le vendite languono sempre tra le 2.000 e 3.000 unità e non si risolleveranno mai.
Mercato premium
L’azzardo di GM verso quello che adesso chiamiamo “mercato premium” non si ripeterà. La Allanté lascia il mercato nel 1993 senza eredi.
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Elegant and instanctly recognisable
The design of the Lancia Gamma, even if created in the Fiat era, has a strong link with the spirit of the cars that made the Turin’s brand famous.
Lancia Gamma Coupé Pininfarina – 1983 – Front
Lancia Gamma Coupé Pininfarina – 1983 – Rear
This is even more emphatised by this version, the Coupé, a wonderful Pininfarina styled car with a classy 70s edged design.
The one here featured is a very pleasant Lancia Gamma in the Azzurro Chiaro Metallic color powered by the “reduced” Lancia engine, the 2.0 liters 4 cylinders flat unit, specifically created for the Italian market (to avoid the luxury taxes) derived from the 2.5 unit that has been the real own engine of the car.
This car is the today’s game solution for “The Classic Car Challenge” Game. Join the game on the @ciclootto Instagram Stories and follow both #ciclootto and #tccchallenge hashtags for more!
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The Classic Car Challenge (#tccchallenge) results for the Fiat 1100 TV Coupé Pininfarina (1954) game!
Join the game on the @ciclootto Instagram Stories
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La visione dell’automobile come strumento di svago non è mai stata prioritaria agli albori della motorizzazione. L’automobile è stata primariamente strumento di lavoro e trasporto.
Nel dopoguerra l’auto è divenuta strumento di svago e di status. La nascita della spiaggina è figlia diretta del benessere e non poteva che essere legata alla “dolce vita” Italiana.
Voglia di libertà
Citroën Mehari in una pubblicità anni ’80
Il concetto alla base della spiaggina è semplice: allestire una vettura da utilizzarsi al mare, evitando tutte le sovrastrutture necessarie ad un’auto che deve affrontare le intemperie o il freddo.
Imprescindibile l’assenza del tetto (sostituito da un tendalino per ripararsi dal sole estivo) e l’utilizzo di interni semplificati, spesso realizzati con materiali che possano sopportare il caldo e che risultino freschi per gli occupanti.
“interni semplificati,
spesso realizzati con materiali
che possano sopportare il caldo
e che risultino freschi“
In molti casi la spiaggina rinuncia agli sportelli, in modo da permettere una salita e discesa veloce dal mezzo, una semplificazione che è quasi un simbolo dell’easy living che la vettura vuole ispirare.
La fama delle spiaggine utilizzate da vip e ricchi proprietari di yacht per gli spostamenti a terra, è indissolubilmente legata a Fiat e a Gianni Agnelli.
Fu proprio l’avvocato a teorizzare il concetto di spiaggina e fu lui a dare l’input a Mario Felice Boano per la creazione della famosa Fiat 500 Spiaggia Boano, vettura da cui, per analogia, le discendenti acquisiscono il nome di spiaggina, con chiaro riferimento alla poltroncina da utilizzare sul lungomare.
Marella Agnelli su Vogue Magazine a bordo della Spiaggia (1963) – Foto Vogue Magazine
Quest’auto, prodotta in soli 2 esemplari nel 1958 sulla base della Nuova 500 N, è stata l’ultima vettura prodotta dalla Carrozzeria Boano prima del passaggio del designer alla direzione del Centro Stile Fiat .
E’ celebre per le immagini glamour degli anni ’60 che riprendevano gli Agnelli e la sua famiglia a bordo della piccola fuoriserie nei pressi della loro villa in Costa Azzurra .
“tutte le sue discendenti acquisiscono il nome di spiaggina, con chiaro riferimento alla poltroncina da utilizzare sul lungomare“
Delle due vetture prodotte, mentre della seconda, donata dall’avvocato all’amico armatore Aristotele Onassis non si hanno informazioni recenti, la vettura di Agnelli, ritrovata nel 2003 e restaurata, ha partecipato al Concorso d’Eleganza a Villa d’Este nel 2018.
Le spiaggine Fiat: le Jolly Ghia
Fiat 600 Jolly Ghia – Automotoretrò, Torino 2020 – Immagine Ciclootto
La seconda metà degli anni 50 è il periodo d’oro delle spiaggine con un gran numero di carrozzieri Italiani, da Pininfarina a Francis Lombardi, da Savio a Motto che si cimentano nella loro interpretazione della vettura estiva.
In particolar modo, la carrozzeria Ghia (in cui lo stesso Boano aveva lavorato fino al 1954) produce un discreto numero di vetture su base Fiat, denominate Jolly Ghia.
La Jolly Ghia su base Fiat 500, costa il doppio della normale utilitaria torinese. Ancor più esclusiva (e rara) la Jolly Ghia realizzata sulla base della più grande Fiat 600, vettura che venne commissionata per la produzione anche dalla stessa famiglia Agnelli.
Purtroppo non ci sono numeri certi sulle vetture prodotte da Ghia. L’acquisizione del marchio da parte di Ford nel 1973 ha prodotto la distruzione degli archivi e non rimangono informazioni sul numero di vetture prodotte. Comunemente si indicano in circa 200 le Fiat 600 Jolly Ghia realizzate.
Le “altre” spiaggine: i Carrozzieri Italiani e le nuove scoperte
Fiat 850 Shellette Michelotti – Automotoretrò 2020, Torino – Immagine Ciclootto
Sono moltissime le “spiaggine” prodotte, anche se la produzione di queste auto, vere e proprie fuoriserie, è sempre stata molto limitata.
Quasi impossibile farne un elenco, anche se spiccano modelli come la Eden Roc di Pininfarina, realizzata sulla base della Fiat 600 Multipla o le realizzazioni di Michelotti, sia su base Fiat 850 sia su base DAF.
DAF Kini Michelotti – Immagine di Brian Nelson/Wikipedia
In particolare quest’ultima, la DAF Kini, è un esemplare unico creato espressamente da Michelotti per la famiglia reale d’Olanda.
Interessanti le proposte di vetture realizzate su basi non-Fiat, tra cui spicca la ridottissima produzione di Jolly Ghia su meccanica Renault 4CV.
Renault 4CV Jolly Ghia – Immagine RM Sotheby’s
Tra le vetture di più recente concezione va ricordato il lavoro della Carrozzeria Moretti, che ha proposto fino agli anni 80 la propria serie MidiMaxi, piccole beach car su base meccanica Fiat 126 e 127.
Le commerciali: la spiaggina su larga scala
Renault 4 Frog – Milano Autoclassica 2019 – Immagine Ciclootto
Anche se spesso commercialmente poco rilevanti, le spiaggine sono diventate negli anni un vero e proprio fenomeno di costume. Nonostante i ridotti volumi di vendita anche le grandi case hanno investito, spesso direttaemnete, nella realizzazione di queste vetture.
Soprattutto negli anni 60, 70 sono nate alcune delle più note vetture di questo tipo, prime tra tutte la Citroën Mehari, le Renault Rodeo, Plein-Air e Frog e la Mini Moke, automobili che, sopratutto nelle località balneari e nelle isole rappresentano lo strumento ideale per spostarsi sotto il caldo sole estivo.
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Spesso parlando della formidabile Cisitalia 202 si fa riferimento al fatto che venne chiamata “la Scultura in movimento” dal MoMa di New York. In verità da quella pionieristica esibizione molte sono state le vetture esposte nella grande mela. Ed è bene dirlo, la Cisitalia non è l’unica a fregiarsi della presenza nella collezione permamente del museo newyorchese
Cisitalia e le “8 automobili”
29 agosto del 1951: il MoMA organizza quella che viene comunemente indicata come la prima mostra in un museo d’arte dedicata al design dell’automobile.
Due delle vetture vengono poste nello spazio del giardino esterno mentre per le restanti sei viene allestita e realizzata una finta strada come scenario dell’esposizione, ricreata nelle gallerie del primo piano.
Una rara immagine della Cisitalia 202 – Esposizione del 1951 al MoMA di New York – Immagine velocetoday.com
Una Cisitalia 202 fa parte di questa prima, pionieristica mostra, posizionata a differenza di tutte le altre vetture, su una base in marmo in marmo.
La vettura italiana è accompagnata da una Mercedes SS (1930), una Willys Jeep, una Bentley 4 1/4 Litre (1939), una Talbot-Lago carrozzata da Figoni e Falaschi (1939), una MG TC (1948) e per finire, due vetture americane (inserite nel giardino), una Cord 812 Westchester sedan con il classico design “a bara” e una Lincoln Continental (1941).
Il catalogo della mostra è direttamente disponibile dal sito del MoMA
Le mostre temporanee
Da quella prima, eccellente mostra sono seguite molte altre occasioni in cui l’auto è diventata protagonista al MoMA.
Nel 1953 la seconda mostra dedicata all’automobile, intitolata senza molta originalità “Ten automobiles“.
Immagine della mostra “Ten Automobiles” – Immagine MoMA New York
In questa seconda mostra si evidenzia, in maniera ancora più consistente, l’estro italiano nel design.
Oltre alla Lancia Aurelia B20, la mostra comprende tra le altre una Ford Vedette (carrozzata dagli Stabilimenti Farina), una Simca 8 Sport (design di derivazione Fiat 1100 Pinifarina) e una Siata Daina 1400 Berlinetta (ancora Stabilimenti Farina). Tra le europee presente anche Porsche 356 e Aston Martin DB2
La mostra “Designed for speed” 1993 – Immagine MoMA New York
Più recentemente il MoMA ha dedicato esposizioni a Ferrari (“Designed for speed. Three automobiles by Ferrari” – 1993) con in mostra Ferrari F1 641/2, una Ferrari 166 Barchetta MM e Ferrari F40 e una mostra dedicata alla mobilità del futuro (“Different roads: Automobiles for the next century” – 1999) con in esposizione Toyota Prius, Smart Fortwo, Ford Ka e la nostra, spesso sottovalutata Fiat Multipla.
Interessante notare che questa esposizione di 9 vetture comprendeva anche la General Motors EV1, vettura che meriterebbe una menzione a parte per la propria particolarissima storia.
La collezione permanente: il primato di Cisitalia
Pochissime sono le vetture appartenenti alla collezione permanente del museo. Attualmente (febbraio 2020) sono solo 9.
Qui c’é il vero primato della Cisitalia 202, che è stata la prima vettura ad essere acquisita dal MoMA e ad aver dato il vita alla collezione permanente. Donata al museo nel 1972 dalla Pininfarina è stata per oltre 20 anni l’unica vettura del MoMA.
Le acquisizioni sono ripartite nel corso degli anni ’90. Al termine della mostra “Designed for speed” la Ferrari F1 641 viene donata dalla Ferrari al museo in modo permanente.
Ferrari 641/2 – Collezione permanente MoMA -Immagine MoMA New York
Nel 1996 è la volta di una Jaguar E-Type Roadster (Enzo Ferrari ne sarebbe stato contento), quindi l’auto del popolo, la Volkswagen Beetle, una Willys-Jeep, una Smart ForTwo prima serie e Porsche 911.
Jaguar E-type Roadster, acquisita dal MoMa nel 1996 – Immagine MoMA
Nel 2017 arriva la terza auto italiana della collezione, la nostra amata Fiat Nuova 500. L’ultima vettura acquisita dalla collezione è la Citroen DS23, acquisita nel 2018.
Citroën DS 23 – Collezione permanente MoMA New York – Immagine MoMA
Da notare che le vetture inserite nella collezione diventano “inerti”: non viaggeranno mai più.
Diventano effettivamente delle sculture da esposizione. Questa condizione ha fatto storcere il naso a più di un collezionista ed esperto, ritenendo che l’operazione eseguita dal MoMA privi le vetture della propria anima di mezzo di trasporto, inscindibile dal design dell’oggetto.
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Dal 2017, firmo gli articoli di Ciclo Otto
Il MAuto, Museo dell’automobile di Torino inaugura domani la mostra “Rosso Fioravanti” dedicata all’estro dell’ingegnere e designer Leonardo Fioravanti.
Pininfarina, Ferrari e la Daytona
Indissolubilmente legato a Ferrari, la mostra presenterà alcune tra le realizzazioni di Fioravanti, dalle esperienze in Pininfarina fino alla creazione dello stile delle vetture del Cavallino a cavallo tra gli anni 70 e 80.
Ferrari 365 GTB/4 Daytona Ph: Andrea Guermani
In particolar modo, la mostra presenterà come protagoniste d’eccezione la Ferrari 308 GTB, l’iconica Ferrari 365 GTB/4 Daytona e la 365 GT4 2+2. Inoltre un gran numero di prototipi di stile e vetture realizzate da Fioravanti, con lo spiccato istinto all’innovazione, come i prototipi Sensiva e Hydra
Una mostra d’eccezione, allestita dal direttore del MAUTO Rodolfo Gaffino Rossi e del giornalista Giosuè Boetto Cohen che avrà come elemento di ulteriore interesse la presenza dello stesso Leonardo Fioravanti che condurrà personalmente alcune visite guidate tra le sale espositive. Un’occasione formidabile per ascoltare il racconto della storia dell’automobile attraverso le parole dei suoi protagonisti.
Calendario mostra e visite con Fioravanti
La mostra sarà visitabile dal 23 marzo al 16 settembre 2018.
Questo il calendario delle visite guidate da Leonardo Fioravanti:
Giovedì 5 aprile (prenotazioni entro e non oltre martedì 3 aprile)
Giovedì 19 aprile (prenotazioni entro e non oltre martedì 17 aprile)
Giovedì 3 maggio (prenotazioni entro e non oltre martedì 1 maggio)
Giovedì 17 maggio (prenotazioni entro e non oltre martedì 15 maggio)
Per ulteriori informazioni: Info e prenotazioni: 011 666776 / info@museoauto.it
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