Unmistakable. One of the 278 Alfa Romeo RZ produced, a dividing car in the pure Zagato spirit that made its space with great difficulties in the heart of the Alfa entusiast.
With the closed top SZ, these cars are still controversial: extreme in the design with their plastic body (made in Modar, a thermoplastic compound by an Italian-French joint venture) but not that fast as it may suggest, with the 210 HP provided by the classic v6 “Busso” 3 liters engine.
This is the the rarest open top version, shown here in the classic yellow (was available also in black, red and there are a handful of silver units) met at the last @milanoautoclassica event in late 2020
Esperto informatico e CTO di un importante archivio fotografico, da sempre appassionato di auto classiche e fotografia ho avuto il privilegio di vedere i miei scatti pubblicati sulle principali testate di auto storiche, da Petrolicius a Ruoteclassiche.
Dal 2017, firmo gli articoli di Ciclo Otto
Il mondo dell’elaborazione delle piccole Fiat ha avuto i suoi capisaldi in Abarth e Giannini, che hanno legato indissolubilmente la loro storia ai successi alle loro pepate versioni. Poco nota (anche a me in vero) la presenza di un ridottissimo numero di Fiat 600 su cui è intervenuta la carrozzeria Zagato. Una tra queste vetture viene offerta in questi giorni all’asta da Pandolfini e non poteva perdere l’occasione di incontrare questo “unicorno” Milanese
Rarissima e inattesa
Scelta curiosa quella di far allestire una vettura di questo tipo da Zagato, che solitamente si occupava di vetture di categorie superiori. Questa vettura faceva dell’understatement il suo cavallo di forza, con un’insospettabile brillantezza e un’estetica particolare, che sicuramente fa intuire che non si tratti di una 600 normale
Fiat 600 D – Zagato Elaborazione – Foto Ciclootto
A “tradire” le velleità dell’auto ci pensa un assetto ben tarato al suolo e il doppio scarico posteriore a incutere “timore” nel traffico
Estetica: la cura della grande Z
L’intervento di Zagato sull’estetica della piccola Fiat è tutto sommato sobrio, eccetto per il motivo bicolore che descrive l’auto. La fascia di colore beige scuro segue l’andamento del cofano anteriore realizzando due fasce laterali che si raccordano con il fregio cromato che adorna la fiancata disegnando una vera e propria Z sulla fiancata.
Fiat 600 D – Zagato Elaborazione – Foto Ciclootto
Pochi gli orpelli e cromature (di gran voga nelle edizioni speciali del tempo) con un simbolo sul cofano anteriore e le indicazioni Zagato-Elaborazione ai lati della carrozzeria.
Fiat 600 D – Zagato Elaborazione – Interni – Foto Ciclootto
Gli interni, arricchiti ma non stravolti, vedono la presenza di un contagiri aggiuntivo alla sinistra del tachimetro (con fondo scala a 150Km/h) e la Z di Zagato cromata presente sulla parte destra della plancia.
Splendido il volante Nardi presente all’interno.
Stanguellini per il motore
Fiat 600 D – Zagato Elaborazione – Foto Ciclootto
Non solo elaborazione “estetica” per quest’auto, su cui è presente una modifica al motore realizzata a Modena da Stanguellini con testata e scarico modificati con un potenziamento se vogliamo “modesto” ma un suono (provato personalmente) davvero coinvolgente.
Fiat 600 D – Zagato Elaborazione – Motore – Foto Ciclootto
Piccoli dettagli per un’asta di interesse
Molti i dettagli particolari di quest’auto, che ha dalla sua parte l’estrema rarità e un’ottimo stato di conservazione.
Fiat 600 D – Zagato Elaborazione – Foto Ciclootto
Offerta da Pandolfini aste in questi giorni (con una stima di 18.000-20.000 euro) rappresenta una delle più esotiche interpretazioni della 600 che mi è capitato di vedere. Un vero unicorno che sicuramente susciterà interesse in qualunque manifestazione italiana.
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The Classic Car Challenge (#tccchallenge) results for the Fiat Abath 750 Record Monza Zagato (1958) game!
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Particolare e diversa. Ed ovviamente fuori dagli schemi come Zagato ha sempre saputo essere.
La Ford Mustang realizzata dalla casa Milanese è una one-off spiazzante e sorprendente.
La base: Ford Mustang GT Fastback 1966 – Immagine Sicnag/Wikipedia
E’ il 1966, quando un industriale abruzzese, Silvio Bucco, che lavora e vive tra Pescara e Milano, decide di acquistare l’oggetto del desiderio del momento, una macchina di cui si fa un gran parlare, un vero e proprio “boom” in America. Si chiama Ford Mustang.
Ad un suo collaboratore, Vincenzo Giunta viene affidata la missione di partire subito, direzione Piemonte, antica terra dei Savoia e patria dell’automobile, dove in quei giorni questa nuova coupè, in mostra al salone di Torino, attira le attenzioni di tutti gli appassionati,
A missione compiuta, il catalogo della nuova Pony Car americana finisce tra le mani di Silvio Bucco. L’uomo d’affari abruzzese non perde tempo e tramite la Eura S.p.a. di Milano, importatore di auto americane in Italia, perfeziona l’ordine: la Ford Mustang è ormai sua.
Alla ricerca della one-off
Ford Mustang Zagato presso lo stabilimento Zagato – Immagine di Fabio Di Pasquale
Era abitudine in quel tempo, almeno per chi poteva permetterselo, farsi personalizzare la vettura da qualche carrozziere ed il dott. Bucco inizialmente decide di puntare su Pininfarina, ma poi, tramite la sua compagna che era stata sposata con un alto dirigente Pirelli, riesce a farsi accreditare dalla più quotata carrozzeria Milanese: Zagato.
L’idea piace sin da subito a Gianni Zagato (che parlava inglese, mentre Ugo parlava francese) che prende contatti direttamente con l’importatore in modo da far arrivare la vettura direttamente nella sua azienda a Rho vicino a Milano.
La macchina viene prodotta presso la Edison Assembly, fabbrica Ford di Metuchen (New Jersey) il 21 Febbraio 1967 con carrozzeria fastback, e monta un motore Ford 289 Windsor A-Code (4.736 cc) di 225 cv, carrozzeria color bianco ed interni in sky nero. Il cambio è un manuale 4 marce come previsto per il mercato italiano.
Zagato: il frontale e la scelta del colore
Ford Mustang Zagato – Immagine di Fabio Di Pasquale
Arrivata in Italia a fine 1967, viene modificata nel suo frontale con fari quadrati Carello, vengono montate delle frecce sul paraurti, viene fatta una presa d’aria sul cofano e vengono modificati i sedili anteriori, ricoprendo i laterali di sky bianco. Il colore è l’autentica scommessa ed è chiaro che in Zagato si è subito pensato di farla verde, ispirandosi a Bullitt, il film appena uscito nelle sale cinematografiche con protagonista Steve McQueen ed una fiammante Ford Mustang.
Da qui, con ogni probabilità, le viene attribuito (dal Vice Presidente FIVA che nel 2018, in occasione dei 50 anni del film, ha fatto diventare la macchina di Steve McQueen patrimonio nazionale negli U.S.A.) il “soprannome” di Bullitt Italiana.
Ford Mustang Zagato – Interni – Immagine di Fabio Di Pasquale
Terminata l’opera, la Mustang arriva in Abruzzo e viene usata da Silvio Bucco solo per viaggiare da Pescara a Milano, fino al 1983 quando l’auto, con 46.000 km viene radiata; i costi di bollo e benzina sono troppi elevati.
Salvataggio e recupero
La favola prosegue con l’auto che rimane chiusa in un capannone anche dopo la morte del proprietario (salvata da un operaio che una volta l’anno provvedeva ad accenderla).
Nel 1995 un imprenditore edile, Donato Di Pasquale, la vede, ne rimane affascinato e decide di farla sua. Il mediatore nella trattativa tra lui ed il nipote di Silvio Bucco fu proprio Vincenzo Giunta, la stessa persona che molti anni prima aveva assistito alla presentazione della Mustang al Salone di Torino.
Ford Mustang Zagato in Bianco Wimbledon (1996) – Immagine di Fabio Di Pasquale
Donato riesce ad acquistare la Ford Mustang che diventa uno splendido regalo per i 21 anni di suo figlio Fabio.
L’auto necessita però di un restauro completo dopo anni di polvere in un capannone. Il primo dilemma su cui padre e figlio sono chiamati a ragionare è il colore dell’auto. La vettura è stata infatti ridipinta in Bianco Wimbledon, colore d’origine dell’auto.
La macchina, dopo un periodo di duro lavoro, torna finalmente su strada, guidata da Fabio Di Pasquale. Ammirata in diversi raduni di auto storiche, partecipa al Giro della Sicilia ed a quello della Grecia.
Il ritorno della “Bullitt italiana”
La grande passione per le auto storiche ha portato in seguito Fabio a ricoprire la carica di Presidente della Prima Commissione Giovani dell’ASI, ruolo che lo porta a conoscere Paolo Di Taranto, Responsabile Marketing & Branding della Zagato che, in azienda, riesce a ritrovare una vecchia foto della vettura ed insieme scoprono che la macchina, appena modificata, era stata verniciata di colore verde.
Ford Mustang Zagato – La “Bullitt” Italiana – Immagine di Fabio Di Pasquale
A questo punto la decisione di Fabio è scontata; nell’estate del 2019, proprio nell’anno del centenario dell’atelier Milanese (1919-2019) la sua Mustang Zagato torna alle origini.
Grazie all’intervento dell’italo-canadese Tonino Cornelio, esperto in vetture Porsche e in storiche USA, la one-off Italo-Americana recupera il suo colore verde.
E come tutte le favole arriva il lieto fine. Recentemente la macchina è stata riconosciuta dalla prestigiosa carrozzeria con tanto di attestato a firma di Andrea Zagato.
Una storia questa che a breve tornerà alla ribalta su Octane Magazine per celebrare i 100 anni della Zagato e, per l’occasione, non potrà mancare un ampio riferimento ad una favola che rappresenta un tassello importante nella storia dell’azienda lombarda.
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