
Andrà in scena sabato 2 Luglio una delle aste più interessanti dell’estate 2022. Si terrà infatti, sul meraviglioso ed evocativo scenario del circuito di Le Mans, l’asta legata alla Le Mans Classic che si terrà in concomitanza sul circuito de La Sarthe.
L’incanto è organizzato da Artcurial, con la casa d’aste transalpina chiamata a proseguire sulla scia dei risultati conseguiti con l’asta parigina di Rétromobile, tenutosi lo scorso Marzo.
Chi fosse interessato a visualizzare i lotti prima dell’incanto potrà farlo giovedì 30 Giugno dalle 14 alle 18, venerdì 1 Luglio dalle 10 alle 20 e sabato 2 Luglio dalle 9 alle 11.
L’asta sarà suddivisa in due sezioni separate. La prima, comprendente i lotti da 1 a 52, si terrà alle 11:00 e riguarderà automobilia e motociclette. La seconda parte, in scena alle h13:30, riguarderà i lotti da 101 a 237 e sarà dedicata alle auto da collezione.
Collezione Pierre Héron: barnfind alla francese

Tra le “chicche” dell’asta transalpina vi saranno le auto appartenute all’ingegnere francese Pierre Héron, vero e proprio accumulatore di vetture tanto particolari quanto rare, acquisite dal proprietario in un lasso di tempo che va dal 1965 al 1973. Caratterizzate da marchi oramai scomparsi, sono state in uso giornaliero fino al loro fermo, avvenuto tra 30 e 45 anni fa a seconda della vettura.
Per prima citiamo una Delahaye 135 M Cabriolet “El Glaoui” carrozzata Figoni & Falaschi del 1948, stimata tra 150.000 e 200.000€. Una delle 18 prodotte e delle 10 sopravvissute, prende il nome dal suo acquirente più famoso, ovvero il Pacha di Marrakech. L’esemplare in questione, chassis 1022, nasce nel 1948 in cromia “Mexican Red” e dopo svariati passaggi di proprietà approda nella collezione Héron nel 1969.

Col lotto 114 troviamo una particolare Talbot Lago Record T26 Cabriolet, valutata tra 80.000 e 140.000€. Consegnata nel Luglio 1950 a Lione, monta il più potente motore Talbot di allora, un 6 cilindri di 4.5 litri in grado di sprigionare 170cv e di spingere la vettura a oltre 170km/h. Carrozzata dai fratelli Dubos, nasce in color Grigio Etna con interni rossi e così viene restaurata da Héron negli anni ’80.

Col lotto successivo, il 115, troviamo una rara Talbot Lago T26 GSL (Grand Sport Long) del 1954. Trattasi di una delle 22 costruite accoppiando il 4.5 litri 6 cilindri, qui potenziato a 210cv, con una carrozzeria in alluminio sul tradizionale telaio in legno.

Questo la rende la più elitaria delle T26, come del resto suggeriva il prezzo di acquisto originale simile a quello di una coeva Rolls Royce Silver Dawn. Nata con tetto color Verde n°1 e carrozzeria Verde Bentley, vi accoppiava interni in pelle verde. Venne rubata dopo pochi anni e per questo manca di targa identificativa ma risulterebbe comunque matching numbers. Mancante di diverse rifiniture interne ed esterne, viene valuta tra 150.000 e 200.000€.
Con il lotto 119 si segnala invece una vettura unica, una Hotchkiss 686 “Paris-Nice” Côte d’Azur Prototipo del 1937, stimata tra 30.000 e 50.000€. Così denominata in omaggio alla vittoria Hotchkiss alla Parigi-Nizza del 1928, identifica il modello più prestazionale della 686 ed è equipaggiata con un 6 cilindri da 3,5 litri sprigionante 110cv.

Nello specifico questa è un prototipo equipaggiato con lunotto diviso in due parti e sospensioni anteriori indipendenti. Immatricolata nel 1950, diviene proprietà di Héron nel 1966 e viene sottoposta a un restauro estetico nel 1975. Attualmente necessita di un restauro volto a salvaguardarne l’unicità.
Per ultima citiamo una vettura molto particolare, una Tracta-Grégoire Coupé Sport del 1956, titolare del lotto 120 e valutata tra 60.000 e 80.000€. Nata dopo l’esperienza Hotchkiss-Grégoire, segna il debutto del marchio Tracta nel settore automobilistico, trascinata dall’entusiasmo dell’ingegnere e designer Jean-Albert Grégoire.

Nata con l’intento di rivaleggiare con le gran turismo dell’epoca, nasce con carrozzeria interamente in alluminio e motore con compressore Constantin, accreditato di 125cv. L’artigianalità della produzione comporta però costi elevatissimi che la penalizzano a livello di vendite, facendo chiudere la produzione dopo solo quattro esemplari. Acquisita da Héron nel 1973 in Belgio, si presenta in condizioni di originalità e completezza straordinarie. Oltre a questo si segnala come l’unica coupé esistente, carrozzata da Chapron su richiesta del primo proprietario.
Bellezze a cielo aperto: un’asta en plein air
Vista la bella stagione meritano sicuramente una menzione le vetture a cielo aperto che giocano, nell’incanto transalpino, un ruolo primario.
Cominciamo da una bellissima Frazer Nash Bmw 328 del 1937, titolare del lotto 152 e stimata tra 500.000 e 700.000€. Versione inglese, costruita su licenza da Frazer Nash, della Bmw 328 ne vanta il propulsore 2.0 litri 6 cilindri e tutte le peculiarità.

Costruita nel 1937 viene acquisita quasi subito dal Visconte Curzon, poi Earl Howe, con cui partecipa a varie gare. Il Visconte ne parla in toni entusiastici anche nelle sue memorie, in cui racconta di essere stato rilevato a Brooklands ad una velocità di oltre 90 miglia orarie con vento a sfavore. Dopo vari passaggi di mano nel 2013 subisce un restauro accurato da parte di Bmw Classic. Questo dura sino al 2015 e comporta spese per 200.000€, volte a renderla ideale per disputare la Mille Miglia o la Le Mans Classic.
Col lotto 154 ci imbattiamo in un vero e proprio classico, una Mercedes-Benz 280 SE 3.5L cabriolet quotata tra 260.000 e 340.000€. Prodotta in 4502 esemplari, monta un V8 3.5 litri a iniezione elettronica e capace di spingerla a più di 200km/h in totale souplesse. Inutile dire che tutti gli esemplari siano un tripudio di pelle, radica e dotazioni di alto livello.

Restaurata totalmente 20 anni fa e riverniciata in color tabacco nel 2009, si presenta come un auto di gran classe utilizzabile quotidianamente.
Il lotto 155 ci propone invece una Bentley S3 Continental cabriolet H.J. Mulliner Park Ward del 1963, avente lo stesso proprietario della Mercedes del lotto 154.

Ordinata nuova a New York dall’industriale farmaceutico Mr.Lilly III, nasce in colore grigio Whitehall con interni in pelle color scarlatto. Dal 1988 inizia una serie di passaggi di proprietà e nazionalità, venendo sottoposta a due diversi restauri. L’ultimo di questi risale al 2011 ed è opera di Simon Kidston. Valutata tra 260.000 e 340.000€, è una delle 76 costruite, delle quali solo 26 hanno la guida a sinistra.
Come ultima segnalazione “en plein air” citiamo una magnifica Mercedes-Benz 300 SL Roadster del 1958, all’asta col lotto 205. Prodotta nel 1957 e venduta in Germania ad inizio 1958, nasce bianca con interni in pelle marrone.

Dopo essere finita negli States, torna in Europa per mano di Frans Maag, esperto di Mercedes Benz che la espone a Essen nel 2000. Per tale occasione la vettura viene restaurata completamente e ridipinta in un classico Silver grey metallizzato e rifinita con interni in pelle rossa. A seguito di alcuni anni di scarso utilizzo dovuti a uno degli ultimi proprietari, viene poi sottoposta a un corposo intervento di manutenzione meccanica. Si presenta come matching numbers per ciò che riguarda motore, telaio e carrozzeria e in virtù di ciò è stimata tra 950.000 e 1.150.000€.
Dalla Mille Miglia a Le Mans
In un contesto come quello della Le Mans Classic non potevano di certo mancare le vetture racing. Ve ne sono difatti alcune degne di nota che andiamo a segnalarvi.
Per prima indichiamo una magnifica racer, una Maserati A6 GCS/53 Fiandri Spyder del 1954. Dotata di chassis 2041, è una delle 52 costruite e viene terminata il 13/05/1954 in cromia Blu Francia. Il propulsore è l’ex 2043 montato dalla Maserati di Musso con cui giunge terzo alla Mille Miglia 1954, ripunzonato come 2041. Il proprietario, un gentlemen driver francese di nome Jean Estager, la porta al debutto il 16/05/1954 in una gara di salita per poi continuarvi una fervente attività agonistica nel corso dello stesso anno.

Nel 1955 la vettura torna in Maserati e qui rimane per poco tempo in quanto viene venduta a Milano iniziando una serie di trasferimenti di proprietà che la faranno finire negli USA passando per il Venezuela. Proprio negli States la vettura viene recuperata nel 1977 per poi essere restaurata completamente nel 1985 nel Regno Unito. Farà così il suo nuovo debutto alla Mille Miglia del 1986 guidata da Sir Stirling Moss. Dal 1994 al 2014, acquisita da un collezionista di Boston, partecipa a numerose gare per vetture d’epoca, divenendo una presenza ricorrente alla Mille Miglia. Adesso la vettura sfoggia documenti inglesi e una magnifica livrea Bianca con strisce rosse. In virtù della rarità e delle eccellenti condizioni è quotata tra 3.250.000 e 3.650.000€.
Passando al mondo racing degli anni ’80 si segnala una Porsche 935 “Baby” L1 del 1980, insignita del lotto 193 e quotata tra 1.300.000 e 1.600.000€. Nata con telaio specifico, costruito intorno alle sospensioni della 935, viene sviluppata dallo svedese Jan Lundgardh per partecipare al campionato tedesco GT.

Inizialmente si opta per 6 cilindri 1.4 turbo da 370cv, dimostratosi però inaffidabile e fonte di numerosi ritiri. Si decide così di dotare la vettura di un motore turbo 6 cilindri da 3 litri e la vettura, così allestita, trionfa nella sua classe alla 1000km del Nürburgring del 1984. Di proprietà di un gentlemen driver dal 2004 partecipa regolarmente al CER Endurance Championship e alla Le Mans Classic con numerose vittorie e piazzamenti a podio. Degna di tale palmares la manutenzione effettuata nel corso degli anni: dal restauro totale del telaio avvenuto nel 2007 ai 700.000€ di lavori nel corso degli anni. Attualmente monta un motore 3litri bi-turbo “930-78” ed è omologata FIA sino al 31/12/2025.
Molto interessante anche il lotto 192, una Toyota Tom’s 86C del 1986, valutata tra 500.000 e 700.000€. Si tratta di una delle leggende del gruppo C, unica rimasta di 7 costruite ed è dotata di un propulsore 2 litri turbo da oltre 900cv custodito da una carrozzeria di carbonio e kevlar. Il modello vanta la sua miglior performance con la pole position conquistata al Fuji nel 1986, non convalidata perchè la vettura che la ottenne non era registrata tra le partecipanti al weekend di gara. Pur partendo ultima riuscì comunque a giungere tra le prime dieci vetture classificate.

La vettura in vendita ha corso nel 1986 ma non ci è dato sapere in quali eventi dato che la squadra ufficiale non registrava il numero dei telai schierati in gara. Dal 1987 la vettura sfoggia livrea Minolta, main sponsor del team in quella stagione, e svolge il ruolo di vettura dimostrativa. Risale al 1990 l’acquisto da parte di un collezionista che la espone nel suo museo sino al 2017. La livrea originale viene ripristinata solamente nel 2017, in occasione del restauro totale subito dalla vettura. Per festeggiare l’avvenuto restauro Toyota, nel 2020, porta la 086 al circuito del Fuji per la sua prima uscita pubblica.
Renault e la F1: la classe regina
Scorrendo le vetture da corsa arriviamo alla classe regina, la F1. Qui abbiamo due vetture figlie degli anni ’80 e dell’era turbo andata in scena in quel lasso di tempo.
La prima delle due è una Renault RE40 del 1983, ex Alain Prost e assegnataria del lotto 173. Si tratta dell’arma Renault per attaccare il titolo mondiale F1 del 1983, dotata di motore turbo V6 da 1.5 litri in grado di sviluppare 640cv a 11.000 giri/min. Il progetto si dimostra vincente e manca per due punti il titolo piloti con Alain Prost, capace di vincere ben quattro appuntamenti durante la stagione.
La vettura all’incanto, chassis n°.03, debutta a San Marino con un secondo posto. Seguono un terzo posto a Monaco e un trionfo a Spa che vedono la vettura poi utilizzata come muletto. Seguono due sfortunate apparizioni a Detroit, fuori dalla zona punti, e Monza, con un ritiro a causa della turbina. Il termine della sua carriera agonistica coincide con i test per la stagione 1984. Viene sottoposta ad un restauro estetico nel 1995 per essere esposta al Pub Renault sugli Champs-Élysées. Esposta in varie manifestazioni e musei nel corso degli anni, proviene direttamente dal reparto corse della casa transalpina. E’ stimata tra 800.000 e 1.200.000€.

Seconda vettura proveniente dal circus della F1 è una Tyrrell 015 del 1986, accreditata del lotto 174 e valutata tra 150.000 e 250.000€. Ultimo ad abbandonare il motore aspirato, Ken Tyrrell passa alla propulsione sovralimentata nel corso del 1985. Inutile dire come la 015 sia figlia della filosofia progettuale di allora, nascendo attorno al V6 turbo Renault.

La 015 debutta a Monaco nel 1986 e durante la stagione si dimostra capace di buone prestazioni che purtroppo non portano a piazzamenti degni di nota. Si registra difatti un unico acuto dei piloti, Martin Brundle e Philip Streiff, che porta un quinto e sesto posto in Australia. A fine anno proprio Streiff acquista la vettura dalla scuderia per poi scambiarla con una Renault RE50 di proprietà della Régie nel 1994. Renault Sport provvede poi ad un restauro estetico al fine di esporre la vettura in varie circostanze, dalle “World series by Renault” al museo Matra passando per alcuni dealer del marchio francese.

Nato in una notte del dicembre 1985 e fiorentino doc a tutti gli effetti, sin da piccolino si vedeva la mia forte passione per l’automobile, testimoniata dal fatto che prima ancora di parlare fluentemente deliziavo i miei genitori con i nomi delle auto viste e riconosciute sulle riviste del periodo! Ho vissuto un’infanzia felice scorrazzando con la Citroen 2CV 6 Special rossa di mia madre e l’amatissima Ford Escort SW del 1994, auto di mio padre e da me fortemente desiderata al punto da sceglierne il colore!
Nel corso degli anni sono stato tra i fondatori del Knight Rider Italia, fan club italiano della serie Supercar e sono divenuto assiduo frequentatore della 24h di Le Mans con una gang di amici impareggiabili. Sono anche motociclista da più di dieci anni, vi aspetto per un panino insieme sui passi dell’Appennino Tosco-Emiliano!