La provocazione di Enzo
Un'auto sportiva di cilindrata ridotta, con un motore piccolo ma potente, per trasmettere le sensazioni di un'auto sportiva in dimensioni più contenute. Chissà se il grande Enzo Ferrari aveva questo in mente quando, nel dicembre 1959 si presentò in conferenza stampa mostrando un piccolo motore 4 cilindri di 850cc.
Per capire quanto poteva essere spiazzante quella presentazione, è sufficiente pensare che all'epoca Ferrari aveva in produzione esclusivamente motori 12 cilindri a V.
Sembrava uno scherzo, una delle tante provocazioni a cui Enzo Ferrari ci aveva abituato, nel corso della sua storia. Iniziarono immediatamente le illazioni: Ferrari produrrà una piccola sportiva? Non è ben chiaro quale fosse l'intenzione di Ferrari al tempo. Fatto sta che quell'esercizio di stile, quel piccolo 4 cilindri gli piaceva.
Fece acquistare una fiat 1200 Pininfarina Coupè, la fece modificare per alloggiare il nuovo motore e adeguare la meccanica. Ferrari non mancava di farsi vedere alla guida di questo “scherzo” nei dintorni di Maranello e questo aumentava le speculazioni su una imminiente piccola Ferrari.
Ed in effetti, tutta quell'attenzione non poteva che essere il preludio alla produzione. Venne incaricato un giovanissimo Giorgetto Giugiaro (che al tempo lavorava presso la Carrozzeria Bertone) di creare un corpo vettura da abbinare al motore Ferrari.
Il propulsore, che nel frattempo era stato aggiornato, con cilindrata portata a 1032cc e 91CV viene abbinato ad un autotelaio costruito dall'ingegner Bizzarrini, già padre delle Ferrari GT. Una volta pronta, a questa vettura era necessario dare un nome. Sarà una vera Ferrari?
Probabilmente per non sminuire l'importanza e l'esclusività del marchio, Enzo decise di disconoscere la piccola creatura. Per un'automobile del genere una decisione di questo tipo avrebbe potuto significare la fine del progetto. Eppure la macchina veniva descritta come fantastica, per stile e prestazioni. Non poteva trasformarsi in un'incompiuta.
ASA: La non-Ferrari
Al salone di torino del 1961, quindi, nello stand di Bertone, capeggiava una nuova coupè dalla linea filante. Nessun marchio se non un logo tricolore con la scritta 1000.
Nel frattempo Ferrari si era accordato per vendere il progetto. Stava nascendo una piccola Ferrari ma che, per contratto, non avrebbe avuto nessun logo o riferimento a Ferrari.
Il progetto era stato acquistato da oronzio de nora, un ingegnere elettrotecnico che aveva fatto fortuna nel settore chimico (è stato l'inventore dell'amuchina), che desiderava entrare nel mondo della produzione automobilistica. Venne quindi creata una nuova società, la ASA (acronimo di Autocostruzioni Società per Azioni), presieduta da dal figlio di De Nora, Niccolò e con sede a Lambrate.
La vettura definitiva era costruita dall'assemblaggio del motore Ferrari unito al telaio di Bizzarrini e il montaggio finale veniva curato dalla carrozzeria Bertone. La produzione vera e propria non iniziò che nel 1963. La vettura, nonostante le piccole dimensioni, era curatissima e trasudava Ferrari, tanto da essere poi ricordata nel mondo come “la Ferrarina”.
Purtroppo, economicamente, l'avventura nel mondo dell'auto si rivelò molto breve. Uno dei principali limiti della bella vettura è che nonostante non fosse una Ferrari, aveva costi “da Ferrari”. Era in vendita a 2.520.000 lire, decisamente troppo per un 1000cc di un marchio semisconosciuto. Per fare un paragone, l'ammiraglia Lancia, la Flaminia, costava circa 2.600.000 lire.
ASA cercò sbocchi di vendita anche negli Stati Uniti e nonostante venisse importata da Luigi Chinetti (il distributore Ferrari negli USA) neanche oltre oceano ottenne la fortuna che meritava.
Venne derivata la versione spider e una versione sportiva (GT Competizione) approntata per la targa Florio, con cilindrata ridotta sotto i 1000cc per rientrare nella categoria di cilindrata inferiore. Un ulteriore modo per cercare di creare un blasone sportivo al marchio.
Ormai il destino di ASA era comunque segnato. Vennero approntate due nuove versioni, la 411 con motore potenziato (1964) e una versione specifica da competizione 613RB con carrozzeria targa, su richiesta specifica di Chinetti. Nel 1967 la società venne liquidata.
La #0998 e la lettera di Ferrari
La Coupè ASA 1000 GT telaio #0998 ha una particolare rilevanza nella ridotta produzione ASA, perché è la test car utilizzata per definire la versione di produzione del modello (i telai produzione partono dal #01010) ed era intestata direttamente a Nicola De Nora in persona.
La caratteristica che la contraddistingue è che la vettura è accompagnata da una lettera scritta da Ferrari che indicava che il motore di questa 1000 GT (versione competizione, con 114CV) era stato prodotto dalla casa di Maranello. Una piccola ASA con un po' di quel marchio Ferrari, che tanto le sarebbe servito per avere la fortuna che meritava. Questa vettura è stata battuta all'asta da bonhams nel 2015, e venduta per 103.000 euro.
Dati:
Modello: ASA 1000 GT – #0998
Periodo di produzione: 1962
Motore: 4 cilindri – 1092cc
Potenza: 114CV
Unità prodotte: 120
Valore stimato: 100.000 € (asta Bonhams)
Fonti:
Wikipedia
Bonhams
Asaregister
Esperto informatico e CTO di un importante archivio fotografico, da sempre appassionato di auto classiche e fotografia ho avuto il privilegio di vedere i miei scatti pubblicati sulle principali testate di auto storiche, da Petrolicius a Ruoteclassiche.
Nel 2017 ho creato Ciclo Otto