Ambizione: Desiderio assiduo ed egocentrico di affermarsi e distinguersi.
La storia dell’automobile è piena di progetti ambiziosi. Alcuni di questi hanno dato luogo a storie di eccellenza, altri a piccoli o grandi naufragi. Spesso può bastare un errore, anche ingenuo per passare dalla gloria alla polvere. La storia di Facel Vega è emblematica di quanto l’ambizione può portare lontano. Ma anche la riprova del detto “più alto si vola e più male ci si fa cadendo”
Le origini
Nel 1954 il patron della carrozzeria auto Facel, Jean Daninos si trova davanti a un bivio. Facel crea carrozzerie per auto utilizzate da diversi produttori (principalmente Panhard e Simca). Il diffondersi delle scocche portanti, in cui telaio e carrozzeria formano un’unica entità, provoca una consistente riduzione del lavoro. Molti concorrenti chiudono le proprie aziende o si convertono a produrre altro. Daninos decide invece di fare il grande salto. Da creatore e disegnatore di carrozzerie per altri, decide di entrare nel mondo della produzione di auto sognando di realizzare una macchina di lusso totalmente francese per rivaleggiare con le più blasonate Mercedes e Rolls-Royce.
La Facel Vega FV
In verità Daninos ha in testa il progetto già dal 1951, anno in cui aveva disegnato e fatto realizzare il prototipo della sua prima automobile, una coupè dalla linea filante che nel corso dei seguenti 3 anni fu affinata e testata, fino all’effettiva presentazione. Al salone dell’automobile di Parigi nel 1954, venne ufficialmente presentata la FV, primo modello della neonata Facel Vega.
La macchina utilizzava dei grossi propulsori Chryslet V8 e grazie alla bella linea disegnata dalla Facel sembrava molto dinamica e più corta dei 4,7 metri di lunghezza complessiva. Interni lussuosi e prestazioni brillanti fecero il resto. La macchina piaceva e una volta avviata la produzione, nel 1955, attirò gli occhi di vip e facoltosi. Tra i possessori di Facel Vega si annoverano negli anni Pablo Picasso, Ava Gardner, Christian Dior, Herb Alpert, Joan Collins, Ringo Starr, Max Factor Jr, Joan Fontaine, Stirling Moss, Tony Curtis e molti altri.
Era una macchina lussuosa che costava come una Rolls-Royce. Macchina di nicchia ed esclusiva. Visti gli esigui numeri non era facile possederne una. Questo la rendeva appetibile e con quel gusto di esclusività che la faceva spiccare nel proprio settore.
Dalla presentazione si susseguono i modelli, sempre in produzioni ridotte, che almeno nei primi anni risultano affinamenti della felice presentazione della FV. La FV originaria viene prodotta in 13 esemplari. Le seguenti FV1-FV2-FV3 e FV4 sempre in numeri sotto le 100 unità. Daninos è però ambizioso, e forte del successo dei propri mezzi pensa ad incrementare la gamma. Nasce nel 1958 la HK500, versione anabolizzata della Vega FV con passo e carreggiate allargate.
Fino ad allora, tutti i progetti di Daninos traevano origine dalla fortunata sua prima creatura, la FV, declinata sia in versione coupè che cabriolet. Purtroppo la buona stella del progetto cominciò ad abbandonarlo appena Daninos tentò di lavorare a qualcosa di diverso dalla sua amata coupè di origine. Mantenendo la splendida linea, Facel mise in commercio un’elegantissima 4 porte, la prima berlina di produzione chiamata Excellence.
La vettura era stata relizzata allungando il pianale della FV ed aveva come particolarità l’assenza del montante centrale tra le portiere e l’apertura controvento della porta posteriore.
Con la Excellence Iniziano i problemi per Facel.
La macchina, data l’assenza del montante, non è abbastanza rigida e la struttura tende a piegarsi. A causa delle deformazioni della scocca, in alcuni modelli le portiere non si chiudono più correttamente, sbattendo l’una sull’altra!
Viene addirittura creato un modello di Excellence cabriolet. In quel unico esemplare, i problemi della mancanza di rigidità erano chiaramente ancor più amplificati.
Vive la France
A dispetto di queste piccole defaillance, Facel gode di buona fama. Le macchine piacciono molto all’estero, dove Daninos è riuscito a trovare accordi per la distribuzione dei modelli. Il mercato interno è più complesso, anche a causa della forte tassazione applicata dal governo francese sulle vetture di lusso.
Daninos è però ossessionato da un’idea. Fare una macchina completamente francese.
Si dice che avesse rinunciato per lungo tempo a inserire i freni a disco sulle vetture perchè di produzione inglese (i freni a tamburo montati ad esempio sulla excellence, lunga 5,2 metri, richiedevano uno sforzo enorme sul pedale e ripetute pressioni per ottenere un rallentamento decente).
Proprio l’idea del progetto auto totalmente francese portò purtroppo alla fine della Facel Vega.
La Facellia – La fine di Facel
L’unico componente di cui Daninos non si era ancora occupato nella realizzazione delle proprie automobili era il motore. Le sue auto continuavamo a montare i V8 Chrsyler in differenti configurazioni. L’auto completamente francese richiedeva un motore francese. Purtroppo Facel non aveva mai costruito un motore e non aveva know-how per farlo. Serviva un partner per l’impresa. Venne trovato in Pont-a-Mousson, che produceva il cambio per le Facel Vega. Il problema è che neanche Pont-a-Mousson aveva mai costruito un motore!
Nacque così la Facel Vega Facellia. Una macchina nuova, totalmente francese. Traeva le linee dalla FV, ma voleva essere una macchina sportiva a costi relativamente popolari (era comunque una vettura piuttosto costosa per la sua categoria). La lussuosa linea della FV era semplificata, ma comunque inconfondibile. Il motore creato a Pont-a-Mousson era un 1600cc che, grazie alla leggerezza del nuovo corpo vettura, poteva garantire prestazioni notevoli. Con un solo, piccolo inconveniente, sintetizzabile da questo estratto dalla prova della rivista Autosport:
“The makers”, commented John Bolster in Autosport, “claim that the unit will encompass 7,000 r.p.m.”, though he did not explore these dizzy heights for the best of reasons. “I did 114 m.p.h. at Montlhery”, he recalls, ”and then broke a piston”.
Il motore francese, se portato al limite, si rompeva. I primi modelli videro mestamente il ritorno in officina a pochi giorni dalla consegna. Un disastro a cui Facel Vega non poteva far fronte. La fabbrica di Pont-a-Mousson non era in grado di produrre nuove unità in quanto impegnata costantemente a riparare in garanzia i motori delle Facellia già vendute. La voce dell’inaffidabilità del motore si sparse a macchia d’olio. Si riuscì a rendere più affidabile il motore della Facellia, ma ormai nessuno voleva la nuova vettura di Facel Vega. Il piano di Daninos di arrivare a 5000 auto prodotte all’anno naufragò dopo appena 1100 vetture.
Facel a seguire presentò la Facel II, successore della Facel FV/HK500 e in seguito la Facel III, che nasceva dalle ceneri della Facellia con a bordo un affidabile motore Volvo P1800. Ma ormai la situazione economica non era sostenibile. Dopo l’introduzione della Facel 6 (solo 38 vetture prodotte) la Facel Vega chiuse definitivamente.
Una storia bellissima di ostinazione e ambizione, in cui un produttore francese cercò di farsi strada nel mondo dei grandi del lusso. Le sue vetture (in tutto circa 3000) circolano ancora per il mondo. Le linee disegnate da Daninos sono tutt’ora un mirabile esempio di design.
Dati:
Modello: Facel Vega FV/HK500/Excellence/Facellia/II/III/VI
Periodo di produzione: 1954-1965
Motore: 8 cilindri Chrysler 4000-6000cc-4 cilindri 1600cc-4 cilindri Volvo 1800-6 cilindri Austin-Healey 2800cc
Potenza: 250CV-325CV (FV-Excellence-HK500) – 115CV (Facellia)
Unità prodotte: 3000
Valore stimato: 100.000-400.000 €
Fonti:
Wikipedia
all Parts.com
Facel Vega Car Club UK
Facel-Vega.com
Esperto informatico e CTO di un importante archivio fotografico, da sempre appassionato di auto classiche e fotografia ho avuto il privilegio di vedere i miei scatti pubblicati sulle principali testate di auto storiche, da Petrolicius a Ruoteclassiche.
Nel 2017 ho creato Ciclo Otto