Lo hanno definito un concorso emozionale, proprio a rimarcare un connubio unico tra belle auto e una location che più evocativa non si può. Stiamo parlando della decima edizione di “Firenze sotto le stelle”, concorso per auto d’epoca organizzato dal CAMET, storico club fiorentino di auto storiche.
L’evento è stato intitolato a Francesco Giubbi, presidente prematuramente scomparso del club, e ha ripreso la sua “naturale” collocazione nel magnifico scenario di Piazzale Michelangelo a Firenze.
Lo svolgimento e le categorie in gara
L’evento ha preso il via verso le 16, con l’arrivo delle vetture in gara. Queste sono state state prontamente e accuratamente posizionate in cerchio sfruttando al meglio lo spazio a disposizione in modo da lasciare il palco al centro.
Alle 18 ha preso il via il concorso con un iter che prevedeva una passerella al centro della piazza con i presentatori che provvedevano poi a descrivere al pubblico le vetture in gara. Da segnalare, in un mondo che spesso si distingue per l’età avanzata degli appassionati, la presenza di due presentatori d’eccezione: il bravo Andrea Guidi e Filippo Steinhauslin, giovane “cultore” di appena 14 anni.
Il concorso è stato organizzato in quattro categorie: coupè/berlinette, cabriolet/spider, utilitarie e gt/supercar. Per ognuna di esse abbiamo visto sfilare degli esemplari degni di nota, dalla coupè a tiratura limitatissima alle utilitarie che hanno motorizzato il paese. Per stilare la classifica sono state distribuite delle schede tra il numeroso pubblico presente all’evento, in modo da ottenere un voto “popolare”.
Coupè e berlinette: dal MOMA alla divisa
La categoria delle coupè e berlinette ha visto risaltare la bellezza di alcune vetture sicuramente importanti e significative nella storia del nostro paese.
Per prima citiamo una splendida Cisitalia 202 color bordeaux. Tale scelta cromatica ne esaltava la pulizia delle linee e la dinamicità, qualità che hanno fatto innamorare anche gli americani che ne hanno esposta una gemella al MOMA.
Incredibile pensare che sotto tale carrozzeria, figlia del genio di Pinin Farina, si trovi la meccanica, seppur radicalmente rivista, della coeva generazione di Fiat 1100, qui in grado di rivaleggiare con vetture ben più potenti.
Interessantissima anche la Lancia Aurelia B20 GT del 1953, anch’essa in color bordeaux, che sfoggiava tutta l’eleganza e la sportività che si convengono ad una vera gran turismo. Appartenente alla terza serie dell’iconico modello, poteva vantare una preparazione a cura di Nardi e varie partecipazioni alla Mille Miglia. Sempre capace di catturare lo sguardo degli astanti e di regalare emozioni anche da ferma, ha vinto il premio di categoria dimostrandosi ancora oggi una delle beniamine del pubblico.
“Disegnata dal vento”, così recitava lo slogan pubblicitario dell’Alfa Romeo Giulia. Inutile sottolineare che si tratti di una vettura impressa nell’immaginario collettivo grazie anche alla filmografia degli anni ’70. L’esemplare in esposizione era una 1300ti giunta direttamente dal museo delle auto della Polizia di Stato e si presentava nella storica livrea verde militare, oltre a sfoggiare i proiettori singoli, peculiarità del modello base della gamma.
Cabriolet e spider: delle signore in gran forma
Nella categoria Cabriolet/spider si trovavano le vetture più anziane in gara, in alcuni casi ultracentenarie e provenienti da collezioni pregiate.
La Fiat Tipo Zero del 1913 è sicuramente la vettura che più ci rimanda agli albori dell’affermazione dell’automobile sul suolo italico. Di proprietà della famiglia Di Tocco, uno dei pionieri del collezionismo di auto d’epoca in Italia, era portata in gara da Elena Di Tocco, figlia del collezionista.
Utilitaria costruita in più di 2000 esemplari, presenta tra le varie peculiarità il radiatore che si ritiene uno dei primi progetti di Pininfarina nel mondo dell’auto. Conservata stupendamente ha attirato gli astanti con il suo simpatico borbottio e la sua accensione a manovella, tanto desueta quanto affascinante.
Altra Fiat degna di nota una bella 503 Landaulet del 1926. Prodotta in più di 42000 esemplari dal 1926 al 1927, ha visto la versione cabriolet nettamente in minoranza visto l’elevato costo di vendita.
Basta osservarla per tornare indietro ai tempi in cui la nobiltà si faceva scarrozzare da chauffeur in divisa, degni eredi dei cocchieri delle carrozze del secolo precedente. Poteva essere decappottabile interamente o anche solo per la parte riservata al conducente, il che la rendeva veicolo elitario o riservato al servizio taxi.
La palma di beniamina del pubblico è andata a una splendida Lancia Augusta Spider del 1936, nel suo celeste scintillante e in condizioni strepitose. Dotata di motore 4 cilindri a V stretta, è una delle fuoriserie create partendo dalla piccola vettura torinese ed è un esemplare unico allestito dalla carrozzeria Farina.
La vettura in esposizione era basata sul telaio di tipo 234, di concezione molto avanzata per l’epoca e allestito dal marchio Lancia appositamente per le trasformazioni ad opera dei carrozzieri.
Le utilitarie: un omaggio al genio italiano
Tra le utilitarie vi erano in concorso poche vetture ma decisamente interessanti e significative nel percorso della motorizzazione di massa del belpaese.
Un monumento alla storia del belpaese, così si può definire la prima utilitaria a motorizzare in massa l’Italia. Stiamo parlando della Fiat 600, rappresentata da un bellissimo esemplare di color bianco, nato nel 1960 e dotato di alcuni interessantissimi optional originali dell’epoca. Di proprietà della stessa famiglia fin dalla prima immatricolazione, mostrava tutte le peculiarità che hanno reso inimitabile la creatura di Dante Giacosa.
Splendidamente bicolore, attirava l’attenzione una stupenda Fiat 600 Multipla del 1961. Si presentava infatti in livrea bianca e blu, perfetta per risaltare le geniali forme volute da Dante Giacosa. Nata con l’intento di sostituire la 500 C giardiniera fece di necessità virtù. Dovendo usare la meccanica con motore posteriore della Fiat 600, dette i natali a una delle idee più rivoluzionarie di sempre. Uno dei primi esemplari di monovolume al mondo.
Vincitrice della categoria, una stupenda Fiat 508 Balilla 3 marce del 1933 in colore verde con parafanghi neri. Figlia di un’epoca controversa come quella del ventennio, rappresenta il primo tentativo italico di creare un’auto popolare ed economica. L’equipe capeggiata da Antonio Fessia riuscì ottimamente nell’intento, come testimoniano gli ottimi numeri di vendita che la portarono ad essere ambita e sognata dal popolo.
Gt e supercar: classe e artigianalità
Nella categoria comprendente gt e supercar possiamo dire di averne viste delle belle. Si spaziava da vetture iconiche a veri e propri pezzi unici dal valore inestimabile. Rispetto alle altre categorie in concorso si poteva notare un abbassamento dell’età media delle vetture, che portava a spaziare dai primi anni ’70 alla fine dei ’90.
Ultima creatura del Drake, Enzo Ferrari, la Ferrari F40 riesce sempre a far sognare tutte le generazioni. Figlia degli anni’80, fatti di sovralimentazioni e tecnologie sperimentate in F1, stabilì nuovi riferimenti prestazionali facendo invecchiare di colpo tutta la concorrenza. Prodotta in tiratura limitata è stata subito oggetto del desiderio di molti che arrivarono anche a pagarla cinque volte il prezzo di vendita da nuova pur di averne un esemplare in garage. Il bellissimo esemplare in gara era in color rosso Ferrari e sfoggiava gagliardamente le sue linee senza tempo, oltre ad uno stato di conservazione pressochè perfetto.
Altra meravigliosa youngtimer, l’Alfa Romeo RZ del 1994 ha attirato numerosi sguardi. Figlia di un progetto basato sul pianale dell’Alfa 75 è stata costruita in solo 278 esemplari dalla carrozzeria Zagato di Milano (non a caso la sigla RZ significa Roadster Zagato). Prodotta tra il 1992 e il 1993 della sua particolarissima linea si può dire di tutto, tranne che lasci indifferenti.
Capolavoro artigianale e vincitrice della categoria la magnifica Marciano 268A, basata sul pianale di una Alfa Romeo Montreal incidentata. Presenta carrozzeria interamente in alluminio e telaio in tubi progettati direttamente da Vincenzo Marciano, che sfoggiava con orgoglio la sua creatura. Raramente si è visto un insieme così armonico di componentistica di varie auto, unite magistralmente in una vettura unica. Si pensi per esempio che le ruote sono dell’Alfa Romeo 33 stradale, il parabrezza della Ferrari 250 LM e i fari anteriori della Ferrari 250GTO.
Gli ospiti speciali
L’organizzazione dell’evento era curata nei minimi dettagli, anche per cercare di alleviare le “sofferenze” dovute al caldo clamoroso che sta assediando la città di Firenze in questi giorni. Non a caso il club organizzatore aveva previsto la presenza di un truck con gelateria per raffreddare i bollenti spiriti dei soci accorsi, usando un mezzo assolutamente a tema e molto simpatico. Il gelataio sfoggiava infatti un bellissimo Volkswagen T1 in livrea bicolore, attirando la curiosità di grandi e piccini.
La particolarità dell’evento risiedeva anche nel fatto che metà dello spazio a disposizione fosse destinato alle vetture dei soci del Camet. Ovviamente un giro tra le stesse era imperdibile e così abbiamo scovato una vettura tanto rara quanto interessante. Si trattava di una rarissima, per non dire unica, Fiat 1400 Orchidea Coupè. Basata sul pianale della nota vettura torinese era carrozzata da Vignale e disegnata da Michelotti, sfoggiando una carrozzeria e delle proporzioni che la rendevano veramente affascinante, ulteriormente valorizzata dalla livrea verde con tetto nero.
Nato in una notte del dicembre 1985 e fiorentino doc a tutti gli effetti, sin da piccolino si vedeva la mia forte passione per l’automobile, testimoniata dal fatto che prima ancora di parlare fluentemente deliziavo i miei genitori con i nomi delle auto viste e riconosciute sulle riviste del periodo! Ho vissuto un’infanzia felice scorrazzando con la Citroen 2CV 6 Special rossa di mia madre e l’amatissima Ford Escort SW del 1994, auto di mio padre e da me fortemente desiderata al punto da sceglierne il colore!
Nel corso degli anni sono stato tra i fondatori del Knight Rider Italia, fan club italiano della serie Supercar e sono divenuto assiduo frequentatore della 24h di Le Mans con una gang di amici impareggiabili. Sono anche motociclista da più di dieci anni, vi aspetto per un panino insieme sui passi dell’Appennino Tosco-Emiliano!