Tra le vetture del marchio Milanese, la Innocenti C Coupé è senza dubbio una delle meno note, sia per l’esiguo numero di vetture prodotte, che per le oggettive difficoltà di restauro dell’auto.
Una chicca per collezionisti “innamorati”. Un’auto dall’indubbio fascino.
Innocenti: una grande storia industriale
Innocenti, una delle più note aziende meccaniche Italiane, era costituita, ai tempi del suo maggior fulgore da tre rami produttivi principali: la produzione di presse meccaniche, la produzione motociclistica (la mitica Lambretta, il motocarro Lambro) e la produzione automobilistica.
Quest’ultima ha avuto una storia piuttosto travagliata. Vista l’attività di produzione di presse meccaniche, Innocenti intreccia rapporti di lavoro con un gran numero di case automobilistiche.
In questo contesto, la volontà di Luigi Innocenti (figlio del fondatore Ferdinando) di avviare una produzione di vetture si scontra con gli equilibri produttivi di un’azienda che fa da fornitore di presse per molti gruppi industriali e, chiaramente, anche per Fiat.
Sul finire degli anni ’60 Innocenti si sarebbe già accordata con Glas per la produzione di un’utilitaria derivata dalle Goggomobil, ma l’accordo naufraga proprio per non entrare in conflitto con la produzione delle utilitarie del marchio Torinese
Il progetto di Luigi si concretizza invece nel 1959 con l’accordo con British Motor Corporation per la produzione su licenza delle Austin A40. L’auto sembra un ideale compromesso visto che non entra in conflitto diretto con Fiat sul mercato, la meccanica è semplice e collaudata e la linea di Pininfarina è piacevole e azzeccata.
La produzione in proprio: dalla Spider alla C
A margine della produzione su licenza (che culminerà con l’epopea della Mini “Italiana”), Innocenti avvia la creazione di alcuni modelli prodotti in proprio. Il primo di questi è la 950 Spyder, una piccola scoperta sportiva su meccanica Healey Sprite e disegno di Tom Tjaarda per Ghia.
Questo modello, il primo realizzato in proprio, seppur non baciato da fortuna commerciale, aprirà la strada ad un segmento che in Italia ancora non aveva espresso le proprie potenzialità, e che verrà poi sfruttato in pieno da vetture quali la Fiat 850 spider.
Concorrenza sportiva
Il successo di Fiat con le derivate della 850, sia Spider e Coupé, costringe Innocenti, a metà degli anni 60 ad una scelta. Le vetture Torinesi vincono per prestazioni e praticità, visti i 4 posti a disposizione. Per il progetto Innocenti serve qualcosa di nuovo.
Nel 1963 viene presentata la Spyder 1100 (in seguito chiamata semplicemente Innocenti S) con un motore di cilindrata e potenza maggiorata (58 CV contro i 50 precedenti).
Per contrastare la Fiat 850 Coupé, nel 1966 Innocenti crea la sua piccola Coupé sportiva. Nasce la Innocenti C, su disegno di Sergio Sartorelli per la OSI.
La Spider “anabolizzata”
A prima vista la C sembra simile nelle linee alla sorella Spider. In verità la vettura utilizza un pianale allungato con carreggiate allargate e confrontandole all’anteriore è ben percepibile l’impressione di maggior cattiveria della C, che risulta molto più piantata a terra.
Il frontale presenta gli stessi proiettori (con i fari secondari ripresi dalle ADO 16) mentre è differente il disegno della calandra. Il cofano anteriore è impreziosito da una bella firma con il logo Innocenti C.
Al posteriore le due vetture differiscono notevolmente, soprattutto per i gruppi ottici (a sviluppo orizzontale sulla C) e per una linea che offre maggior spazio interno sulla Coupé.
A legare le due sportive è il motore, il 4 cilindri 1098cc derivato da quello in uso sulle Austin-Healey Sprite MKII. I cavalli a disposizione sono 58 e non sfigurano su un corpo vettura da 770 Kg, donando una bella guida sportiva e un bel sound.
Prodotta in appena 795 copie, la C è stata realizzata in Rosso, Bianco e Verde a cui si aggiunge un ridottissimo numero di vetture in un bellissimo Giallo Ocra.
Dalla Finlandia ci arrivano le immagini di questo rarissimo esemplare Giallo, negli scatti del proprietario Tamas Vilagi’ che ringraziamo calorosamente.
Gli interni sono in similpelle nera (ad eccezione della versione in bianco su cui si poteva optare per interni in rosso). La plancia ha colorazione coordinata con la carrozzeria e presenta 5 bei strumenti circolari in evidenza.
L’impostazione è decisamente più sportiva rispetto alla disposizione della Spider, che ha gli strumenti raccolti dietro la corona del volante.
Fuoriserie sfortunata
Auto particolare, senza dubbio, ma non baciata dalla fortuna. Il primo vero limite è stato il prezzo di vendita: 1.150.000 lire contro le 950.000 lire della rivale Torinese.
Le ragioni di questo costo mi sono state evidenziate dal proprietario delle 3 vetture protagoniste di questa Monografia. Gran parte dei componenti della C sono stati realizzati espressamente per quest’auto.
Ad esempio, i fari posteriori sembrano simili alla Fiat 128, ma in verità sono custom per la Innocenti C. E lo stesso criterio vale per molta della componentistica che non è comune neanche alla sorella Spider.
Si ha in mano una specie di fuoriserie, con tutte le complicazioni legate al reperimento dei ricambi che sono rarissimi per queste auto.
Le auto in prova: di tutti i colori
Chris è un collezionista attento e competente che ha fatto della C la sua auto definitiva.
Negli anni è riuscito a reperirne ben 5, di cui 3 in ottime condizioni e allestite in 3 colorazioni differenti.
Come accennato, la reperibilità dei pezzi di ricambio per queste vetture è limitatissima e in Italia i collezionisti di queste auto sono pochissimi, come sono pochissimi gli esemplari ancora intatti.
Parlando insieme su com’è nata la sua passione per quest’auto di nicchia, mi ha indicato data e ora della prima volta in cui ha visto la C: certi incontri lasciano il segno.
Esperto informatico e CTO di un importante archivio fotografico, da sempre appassionato di auto classiche e fotografia ho avuto il privilegio di vedere i miei scatti pubblicati sulle principali testate di auto storiche, da Petrolicius a Ruoteclassiche.
Nel 2017 ho creato Ciclo Otto
1 commento
Io 2 Innocenti 950 Spider, una targa oro ASI tutta originale e una grigio metallizzato non omologabile. Non so se mi conviene riverniciarla con un colore originale visto i prezzi dei carrozzieri.