La sfida del “segmento inferiore” è un coltello a doppia lama per ogni casa automobilistica di lusso. Scontenta immediatamente i puristi del marchio abbassando il blasone, e rischia spesso di essere un flop, deludendo sia chi si aspetta una vettura di lusso (che potrebbe essere meno curata) e chi pensa, a fronte di una spesa sopra la media, di accaparrarsi comunque una macchina di classe superiore (eventualmente rimanendo scottato dal confronto con le cugine più costose).
Il progetto 190
Negli anni 70, da più parti si chiedeva a Mercedes un mezzo dai costi più accessibili. Con molta prudenza era stata realizzata qualche maquette, mantenendo il tutto in gran segreto. La casa attendeva dal mercato qualche segnale, soprattutto guardando con interesse i cugini di BMW.
In effetti, in quegli anni la casa dell’elica aveva sfornato la serie 02 che andava ad occupare un segmento di mercato appena inferiore a quello delle Mercedes classe E e rappresentava un esempio chiaro di auto di blasone resa accessibile, pur mantenendo identità del marchio. La successiva introduzione della BMW serie 3, diede la spinta definitiva all’ok per il progetto
E’ il dicembre 1982 quando viene presentata la nuova Mercedes 190. La linea rappresentava l’ideale continuazione dell’estetica della classe S (W126) disegnata dallo stesso designer (Bruno Sacco) e riscosse subito pareri favorevoli.
Figlia degli anni della crisi petrolifera, al pari della W126, la 190 si presenta particolarmente affinata dal punto di vista aerodinamico.
Prima autovettura di serie, introduceva un’innovazione che sarebbe divenuta uno standard per le auto di alta gamma nei decenni a venire: il retrotreno a ruote indipendenti con sistema multilink. Il sistema consiste nell’ancorare il gruppo ruota alla scocca con un sistema costituito da 5 braccetti. Il risultato è una miglior stabilità della vettura in curva e come effetto collaterale, la possibilità di utilizzare molle e ammortizzatori meno rigidi migliorando il confort. Un’innovazione che verrà utilizzata a piene mani da tutti i costruttori, che rappresenta ancora oggi lo stato dell’arte nella costruzione del reparto sospensioni.
La macchina piaceva e fortunatamente per Mercedes, non si verificò l’effetto “figlia minore”. La vettura vive una propria realtà e non si referenziava con le sorelle maggiori. Questo probabilmente grazie alla linea ,così diversa dalla sorella maggiore in commercio al tempo (W123), e che sarà la base di sviluppo per tutte le Mercedes berlina degli anni 80.
Presentata inizialmente con sole 2 versioni a benzina (190 e 190E, rispettivamente a carburatori 90CV e iniezione 122CV), nel tempo è stata arricchita dalle versioni diesel (fino a 2.500cc Turbo 122CV) e dalle versioni sportive 2.300-2.500cc con testata a 16 valvole impiegate anche nel campionato turismo DTM.
Rimaneva qualche incongruenza, dettata dal suo ruolo di base di gamma. La dotazione accessori era minimale. Cambio a quattro marce, niente contagiri, alzacristalli manuali, niente clima e niente servosterzo.
Il prezzo di acquisto che poteva essere considerato alto ma abbordabile, doveva essere integrato con una serie di optional che facevano decisamente lievitare il prezzo.
Vita sportiva: Mercedes 190 e la gara del Nürburgring
Piccola curiosità riguarda la vita sportiva della 190. All’inaugurazione del rinnovato circuito del Nürburgring il 12 maggio 1984, venne creata una gara spettacolo con piloti di formula 1 che si battagliarono con le Mercedes 190E 2.3 16V.
Vetture uguali per tutti. Tra tutti i piloti presenti (James Hunt, Jacques Laffite, Niki Lauda, Carlos Reutemann, Keke Rosberg, Alain Prost) a vincere la gara fu un allora sconosciuto pilota brasiliano al primo anno di formula uno: Ayrton Senna.
La Mercedes 190 oggi
La vettura, vista con gli occhi di oggi, è ancora attuale e soprattutto dotata di un’affidabilità universalmente accertata. Il milione e 800.000 esemplari venduti è la testimonianza di un progetto ragionato e studiato, realizzato nel momento giusto. Mercedes in questo casa è stata brava ad attendere la maturità del mercato in cui proporre la vettura, oltre ad avere proposto un’auto capace di accontentare una vasta clientela.
La produzione della 190 è durata fino al 1993 con un solo restyling nel 1988, che comunque non alterò mai la linea originale creata da Sacco.
Dati:
Modello: Mercedes 190
Periodo di produzione: 1983-1993
Motore: 4 cilindri / 5 cilindri diesel – da 1.8 a 2.6 litri
Potenza: Da 72CV a 235CV
Unità prodotte: 1.800.000
Valore stimato: 1.000 – 3000 € – 190E 2.5 16v Evoluzione II: 25.000 € (da Ruoteclassiche)
Fonti:
Wikipedia
Nurburgring.de
Ruoteclassiche
Esperto informatico e CTO di un importante archivio fotografico, da sempre appassionato di auto classiche e fotografia ho avuto il privilegio di vedere i miei scatti pubblicati sulle principali testate di auto storiche, da Petrolicius a Ruoteclassiche.
Nel 2017 ho creato Ciclo Otto