Provate a chiudere gli occhi e immaginate la pista del Mugello. 5245m ineguagliabili, un rettilineo infinito, le “Arrabbiate”, le “Biondetti” e altre curve così belle da essere entrate di diritto nella storia del motorsport. Fatto? Ora provate a sognare una gara del mondiale endurance composta dalle vetture che popolavano il Gruppo C o dalle meraviglie che correvano negli anni '60-'70.
Se mi avete seguito fino a qui unite i precedenti sogni e aprite gli occhi: tutto questo è realtà! Stiamo infatti parlando delle emozioni provate dal pubblico che ha partecipato al Mugello Classic 2023, sapientemente organizzato dal promoter francese Peter Auto,.

La rassegna, nella sua edizione 2023, è andata in scena tra il 31 Marzo e il 2 Aprile aprendo la stagione di eventi che avrà il momento clou con la Le Mans Classic a fine Giugno. Ovviamente, noi eravamo lì per raccontarvi tutte quelle emozioni che solo un simile evento riesce a trasmettere.
Un weekend da corsa

La kermesse mugellana ha preso il via nella giornata di giovedì 30 con l'arrivo sul tracciato dei vari bilici contenenti le preziose vetture in gara. Queste sono passate poi dalle verifiche tecniche che sono proseguite anche nel giorno successivo.
Terminata questa parte, importante ma prevalentemente tecnica, si sono finalmente accesi i motori e ovviamente le attenzioni sono andate tutte ai box ed alla pista. In un crescendo rossiniano sono iniziate le sessioni di prove libere, qualifiche e gare che hanno visto il picco adrenalinico nei giorni di sabato 1 e Domenica 2 Aprile.
L'apertura delle danze in pista è coincisa con una fase di meteo incerto che ha dominato la giornata di venerdì culminando con un sonoro acquazzone durante la notte. In compenso il sabato ha portato il sole e la pista si è man mano asciugata permettendo lo svolgimento delle gare senza troppi patemi.
Le categorie: confuse e felici
Le vetture in gara al Mugello Classic 2023 fanno parte di vari raggruppamenti, in base alla tipologia e al periodo. La categoria più semplice, definita dall'organizzatore come “2.0L Cup” è riservata unicamente alle porsche 911 prima serie, equipaggiate col propulsore da 1991cm³. Il fatto che questa fosse la categoria più “normale”, dà una concreta idea del livello delle vetture presenti all'evento.

Il raggruppamento successivo, “Fifties Legends”, è la prima categoria che può dare adito a fraintendimenti. Difatti in mezzo a una nutrita schiera di Lotus, Jaguar e Austin-Healey degli anni '50 la categoria era “rimpolpata” da Jaguar E-Type e MG-B nate nel decennio successivo.
La questione si complica ulteriormente dato che altre di queste vetture fanno parte delle “Sixties Endurance”, categoria riservata alle vetture nate negli anni '60 per le gare di durata. Questo raggruppamento ospita un gran numero di vetture senza dubbio interessanti. In mezzo a un esercito di Shelby Cobra ammiriamo Alfa Giulia Sprint GTA e Porsche 904.

Si passa poi alle categorie “Classic Endurance Racing 1″ ,”Classic Endurance Racing 2” e “Endurance Racing Legends”. Le prime due spaziano tra gli anni '60, '70 e '80 dando spazio a vetture e prototipi del periodo. Girano assieme ford gt40, Porsche 935 e altre passando per una nutrita schiera di Lola. Le “Endurance Racing Legends” sono invece vetture più vicine a noi, comprese tra gli anni '90 e il primo decennio del terzo millennio.

Categoria popolata e molto interessante è l'”Heritage touring Cup” che racchiude tante vetture da turismo degli anni '70 e '80. Tra una moltitudine di Ford Capri, Escort Mk1 e Bmw 3000CSL spiccava per la sua rarità dalle nostre parti una AMC Javelin del 1972.

La categoria regina della manifestazione è senza dubbio la “Group C Racing”. Si tratta infatti della categoria che racchiude vetture uniche come Jaguar XJ-R9, Nissan R91CP e Porsche 962C. Possiamo tranquillamente affermare che questa categoria vale da sola il prezzo del biglietto. Vedere la partenza lanciata sul rettilineo del circuito sicuramente ha costituito un'esperienza bellissima per chi del gruppo C ha visto solo vecchie foto e video.
Per ultima lasciamo una categoria a nostro giudizio un po' strana, ovvero quella del “The Greatest Trophy”. E' una categoria indubbiamente trasversale, racchiudendo vetture nate a cavallo tra gli anni '50 e '60, tra cui una Bizzarrini 5300GT e due ferrari 250 GT SWB in mezzo però ad auto già presenti in altre categorie quali Porsche 904. Forse si potevano semplificare le cose e unire queste con le “Fifties Legends”?

Segni particolari: bellissime
Definire le vetture che ci hanno più impressionato nel corso del weekend toscano è compito veramente arduo, data la qualità delle auto presenti e il richiamo emozionale di alcune di esse.
Andando in ordine cronologico segnaliamo per prima la bellissima Bizzarrini 5300GT del 1965 della categoria “The Greatest's Trophy”, una delle sole 133 costruite. Le sue curve sinuose e il rombo del potente v8 non lasciavano di certo indifferenti, così come vederla uscire scodando dal “Correntaio” per affrontare le “Biondetti”.

Reginetta dell'evento e di sicuro vettura più “paparazzata” del weekend è la Ferrari 312P del 1969, partecipante alla categoria “Classic Endurance Racing I”. Pur girando poco e centellinando le sue apparizioni ha rubato molti sguardi nel paddock. Superfluo sottolinearne la rarità, si tratta di uno dei soli 3 esemplari esistenti. Bellezza senza tempo.

Sempre in tema di “endurance mitologico” è doverosa la segnalazione di una Porsche 935 K3 “Moby Dick”del 1979, in livrea ufficiale “Road Atlanta”. Come non ricordare i fratelli Whittington, proprietari del suddetto circuito e le loro “losche” storie di narcotraffico legate a doppio filo alla Le Mans del 1979? Beh i nomi di Don e Bill Whittington facevano bella mostra sulla fiancata della vettura, impressionante anche per le prestazioni mostrate in pista oltre che per il look decisamente arrogante.

Essendo molto legati alla 24 h di Le Mans e ai suoi eroi ci siamo letteralmente innamorati della Rondeau M382 schierata in categoria “Group C Racing”. Si tratta infatti della vettura con cui Henri Pescarolo, Giorgio Francia e il compianto jean rondeau hanno affrontato la stagione 1982 perdendo solo all'ultimo il titolo costruttori. La storia di Rondeau, il suo sogno di bambino di vincere la 24h partendo da zero e coronato nel 1980 come pilota-costruttore rappresentano un unicum nella storia del motorsport.

Ultima vettura che ci ha colpito è stata una Porsche 993 GT2 Evo del 1999 schierata nella categoria “Endurance Racing Legends”. Massima evoluzione del concetto originale legato al boxer raffreddato ad aria, si presentava come velocissima e molto bella nella sua livrea Konrad Motorsport. Quello che ci ha colpito però sono stati i nomi stampigliati sul tetto, tra i quali quello di un altro nostro “eroe”: Bob Wollek. Il suo eterno inseguimento della vittoria a Le Mans rimane come una delle sfide incompiute più clamorose della storia e vedere una delle ultime vetture da lui pilotate ci ha sicuramente colpito.

Un successo che fa riflettere
Tirando le somme possiamo sicuramente definire il Mugello Classic 2023 come un successo. La formula che prevede costi di ingresso ridotti e la possibilità di accedere al paddock vivendo da vicino gli avvenimenti garantisce sempre ottimi riscontri. Veramente notevole la libertà di azione lasciata al pubblico che poteva sedere comodamente in tribuna o godersi l'azione direttamente dai box. Indubbiamente si tratta di un aspetto che riavvicina il motorsport al grande pubblico per il quale è nato, dando la possibilità anche ai più giovani di veder correre vetture che magari hanno visto solo nelle fiere, nei musei o in qualche filmato su Youtube.
La vastità del parco mezzi in gara è sicuramente notevole e gli oltre 300 mezzi presenti sono un gran risultato, per quanto lontano dalle 850 vetture presenti alla Le Mans Classic. Inoltre non vi è solo quantità ma anche qualità, come testimoniato dalla presenza di vere opere d'arte a quattro ruote.
Per contro, come abbiamo già segnalato, sarebbe d'uopo una riorganizzazione delle categorie di gara. E' sicuramente comprensibile la volontà di riempire anche categorie magari meno affollate ma mettendo vetture identiche in categorie differenti si rischia di generare confusione nel pubblico.
Una segnalazione per i commentatori in loco, bravissimi nell'esporre tutte le vicissitudini in diretta dalla cabina di commento del circuito. Essendo i telecronisti italiani ci sarebbe piaciuto sentir dire qualche parola anche nella nostra lingua natia, oltre che in francese e inglese. Capiamo le esigenze dell'organizzatore francese Peter Auto ma essendo nel belpaese sarebbe carino considerare anche i tifosi locali, peraltro accorsi in gran numero.
Il risultato finale rimane comunque bello e godibile, riuscendo ad accontentare l'appassionato medio come l'addetto ai lavori, e lasciando intuire le potenzialità di un settore spesso trascurato in italia.

Nato in una notte del dicembre 1985 e fiorentino doc a tutti gli effetti, sin da piccolino si vedeva la mia forte passione per l'automobile, testimoniata dal fatto che prima ancora di parlare fluentemente deliziavo i miei genitori con i nomi delle auto viste e riconosciute sulle riviste del periodo! Ho vissuto un'infanzia felice scorrazzando con la Citroen 2cv 6 Special rossa di mia madre e l'amatissima Ford Escort SW del 1994, auto di mio padre e da me fortemente desiderata al punto da sceglierne il colore!
Nel corso degli anni sono stato tra i fondatori del Knight Rider Italia, fan club italiano della serie Supercar e sono divenuto assiduo frequentatore della 24h di Le Mans con una gang di amici impareggiabili. Sono anche motociclista da più di dieci anni, vi aspetto per un panino insieme sui passi dell'Appennino Tosco-Emiliano!