Le origini
Opel ha da sempre avuto un importante ruolo nelle auto di segmento D-E. Fino alla fine degli anni 70 la trilogia di auto Opel denominata KAD (Kapitain – Admiral – Diplomat) hanno rappresentato un punto fermo nella tradizionale produzione di auto di segmento superiore. Mezzi con lughezza prossima ai 5 metri dotati di interni raffinati. Auto non per tutti.
Ad inizio anni 80, Opel trova sulla sua strada nuovi e più agguerriti concorrenti. Attaccata nel segmento inferiore dalla volkswagen che con la Passat sta ottenendo molto consenso e bloccata in alto da bmw, che superata la bancarotta degli anni 60, ha sfornato la BMW serie 5, i tecnici Opel devono scegliere quale delle due strade perseguire. L'Opel Rekord E, comunque un buon successo commerciale per Opel era ormai in produzione da molti anni non era in grado di tenere il passo delle due contendenti, per anzianità (Passat) e qualità (serie 5). Qual'era però la strada da perseguire? Fare la corsa su Passat, cioè fornire una macchina di sostanza, o cercare di essere “premium” mirando a BMW?
Opel omega
In questo contesto Opel fa nascere l'Omega, la neo-ammiraglia di casa. In verità è difficile definire la classe della vettura. Andava a sostituire la datata Rekord E, ma andò anche ad occupare il ruolo della Senator, che al tempo era il top di gamma, pur essendo in pratica una Rekord con pianale allungato.
Omega è un prodotto innovativo. Erano anni in cui le linee Opel seguivano un nuovo corso, votato all'efficienza e all'aerodinamica, seguendo le linee dettate dalla nuova Kadett. Omega non era da meno, con un Cx di 0.28, il migliore di tutte le concorrenti.
Il risultato fu un mezzo dalle linee importanti e aerodinamiche. Un tentativo di portare una parola nuova in un panorama di auto del segmento D-E che spesso facevano di linee squadrate e imponenti il loro tratto distintivo. Il successo di critica fu immediato. Omega fu votata auto dell'anno 1987.
Purtroppo il successo di critica non equivale automaticamente a successo di pubblico. E infatti, la Omega si trovò a scontrarsi direttamente con la sua natura. Troppo distante dall'opulenza BMW e mercedes, ma neanche troppo diversa da una Passat. Non erede della Senator (che voleva essere premium) e neanche erede della Rekord (che era certamente più popolare e peggio rifinita). La linea dei motori contribuiva a questa percezione. Presentata inizialmente con motorizzazioni 1.8, 2.0 e 3.0 benzina e un 2.3 diesel sia aspirato che turbo, aveva motori con potenze da 82 a 177 CV. Opel cercò nel tempo di correggere il tiro sulle motorizzazioni, per cercare di caratterizzare meglio il modello. Il motore 1.8 venne eliminato (inadeguato al corpo vettura) e vennero inseriti un 2.4 e un 2.6 benzina che meglio si confacevano alla struttura dell'auto.
L'incredibile Omega lotus
L'auto era ottima, affidabile e con interni solidi. Il problema essenziale era quello della sua identità. Opel cercò di far breccia nel pubblico perseguendo una strada spesso battuta da molte case: i risultati sportivi.
Opel decide di partecipare al DTM (il campionato turismo tedesco). Viene creata una versione sportiva dell'ammiraglia, chiamata Evolution 500, elaborando il motore da 3.0 litri. Ne vengono prodotte 500 in versione stradale, per ottenere l'iscrizione al campionato. L'avventura nel DTM non ha un grande successo, ma serve comunque a dare visibilità al marchio.
Ancora più impressionante fu il tentativo di contrastare BMW e Mercedes nell'ambito delle berline ad altissime prestazioni. Della storia di Opel Omega, questo resta il prodotto più alto e riuscito, paradossale per un “macchinone” da 4,7 metri.
Seguendo l'esempio di BMW, che con la sua M5 aveva creato la nicchia delle berline ad altissime prestazioni, Opel decide di progettare una vettura per rivaleggiare proprio con la nemica bavarese. Siamo nel 1989. La creazione del bolide viene affidata a Lotus (che al tempo apparteneva al gruppo General Motors, proprietario di Opel). Scartata l'idea di piazzare sotto il cofano della Omega il motore V8 della Chevrolet Corvette, si decise di prendere come base il motore della Evolution 500, dotandolo, tra le altre modifiche, di due turbocompressori e intercooler. Il risultato è strepitoso. La presentazione ufficile avviene nel 1990: un bolide con 377 CV sotto al cofano (la corrispondente M5 1989 si fermava a 311!!) con velocità massima di 283Km/h e 0-100 in 5″. Nasceva la berlina più veloce del mondo. Prodotta in circa 1000 esemplari è l'esempio dell'understatement (nonostante il mezzo fosse un fiorire di alettoni): una berlina normale con prestazioni da ferrari!
Seconda serie e la fine: Omega senza eredi
Nel 1994 vine presentata la seconda serie della Omega, con una linea ancora più affusolata e piacevole. La filosofia del mezzo rimase la stessa, in continuità con quella della prima serie. Una bella automobile si, ma non lussuosa. Omega rimane ancora alla ricerca della propria identità. O forse la vera identità è stata proprio questa, poter essere sia premium che non premium. Essere popolare ma con quel qualcosa in più.
Fatto sta che a fine vita nel 2003, con quasi 1.800.000 Omega prodotte, Opel abbandona il segmento D-E, dedicandosi a modelli dei segmenti inferiori. L'eredità della Omega rimane vacante. E anche quella della Omega Lotus bolide rimasto solitario.
Opel rientrerà nel segmento D solo nel 2008 con la presentazione dell'Insigna.
Dati:
Modello: Opel Omega (A-B)
Periodo di produzione: 1986-2003
Motore: 4-6 cilindri – da 1.8 a 3.6 litri
Potenza: Da 82CV a 377CV
Unità prodotte: 1.800.000
Valore stimato: 1.000 – 2000 € – Omega Lotus: 25.000 € (da Ruoteclassiche)
Fonti:
Wikipedia
SenatorMan
Esperto informatico e CTO di un importante archivio fotografico, da sempre appassionato di auto classiche e fotografia ho avuto il privilegio di vedere i miei scatti pubblicati sulle principali testate di auto storiche, da Petrolicius a Ruoteclassiche.
Nel 2017 ho creato Ciclo Otto