Canto del cigno
Era il 1970 quando la Siata chiudeva i battenti. La storica azienda torinese, nata con la produzione di piccoli motori per biciclette, si consegnava alla storia con la Spring, una vettura forse non particolarmente ambita ma con una storia particolare tutta da raccontare

Il sondaggio
La Spring è una delle prime vetture nate dopo un’analisi di mercato. In Siata si decide di eseguire una serie di sondaggi per capire quale potesse essere una vettura gradita al mercato e che strizzasse l’occhio ai più giovani. Il risultato fu una vettura che doveva coniugare lo stile delle spider inglesi (MG A, Triumph TR2-3) e l’affidabilità di una media vettura italiana.
British Style

La Spring va soddisfare entrambi i presupposti: meccanica mutuata dalla Fiat 850 Super, ovviamente rinforzata per compensare la rigidità perduta vista l’assenza del tetto. Il motore è lo stesso Fiat 843 cc da 37 CV (poi portato a 47CV seguendo l’evoluzione del modello d’origine). La carrozzeria si ispira alle “scoperte” inglesi MG e Triumph e parzialmente alle vetture anni ’40. La grande griglia/radiatore (posticcia) e il cofano anteriore celano al loro interno un vano bagagli in quanto il motore, come da meccanica d’origine è posteriore con trazione posteriore. La linea, nonostante i compromessi della meccanica sottostante è riuscita. La Spring è uno dei primi esempi di vettura retrò.

Posta ad un prezzo di vendita leggermente inferiore alla 850 Spider Bertone, l’auto ha una discreta accoglienza, e risulta molto apprezzata soprattutto all’estero, in particolare Francia e Germania, con esportazioni anche per gli States.
Le difficoltà produttive ed economiche di Siata riducono la produzione a poche unità giornaliere, rallentandone la diffusione. Nel 1970 la Siata è costretta a chiudere i battenti. La Spring è stata la sua ultima avventura.
La via sarda
La chiusura della Siata non decreta invece la fine della Spring. Un cordata di giovani imprenditori sardi, convinti dalla bontà del progetto rileva le linee produttive della Spring e si insedia nella neonata area industriale vicino a Cagliari riavviando la produzione della Spring. La società si chiama ORSA (Officine Realizzazioni Sarde Automobili) e attraverso i finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno riesce ad avviare la produzione.

La vettura subisce qualche affinamento. La meccanica proviene ora dalla Seat 850 Super, che adotta il motore 903cc da 47CV e adotta i freni anteriori a disco. In tutto vengono prodotte circa 100 vetture (denominate ORSA SEAT 850 Spring) , vendute principalmente all’estero. Non è comunque semplice mantenere sul mercato la Spring, in un mondo in cui la crisi petrolifera chiude la strada alle auto da “svago” quale la Spring ambisce ad essere.
Alla cordata sarda subentra la ISO Rivolta che acquista la maggioranza della società. Sembra un’ulteriore rinascita ma anche il tentativo della ISO non va in porto. Vengono prodotte altre cento Spring prima che cali definitivamente il sipario sulla spider all’inglese.

Esperto informatico e CTO di un importante archivio fotografico, da sempre appassionato di auto classiche e fotografia ho avuto il privilegio di vedere i miei scatti pubblicati sulle principali testate di auto storiche, da Petrolicius a Ruoteclassiche.
Nel 2017 ho creato Ciclo Otto
2 commenti
Lo stabilimento ORSA di Macchiareddu continuò la sua attività come stabilimento per la trasformazione di telai di camion in mezzi antincendio da parte della società Baribbi, fino al fallimento di questa. Oggi credo, ma non ne sono certo, che sia uno stabilimento della BAI, con lo stesso scopo
Sono interessato a comprare siata 850.