Come di consueto, gennaio porta in dote la prima fiera legata all’auto d’epoca dell’anno: Arezzo Classic Motors. Si tratta di un evento a cui sono molto legato e per questo ne apprezzo l’evoluzione negli anni, in un contesto in cui la “sopravvivenza” delle fiere è messa a dura prova dall’aumento vertiginoso dei costi.
Novità e arrivederci
L’organizzazione, capitanata da Stefano Sangalli è sinonimo di sorprese. E quest’anno ne abbiamo avute 2 positive e una negativa.
Partiamo dagli arrivederci: quest’anno ad Arezzo Classic Motors non si è svolta nessuna asta. L’esperienza dello scorso anno con Art International non si è ripetuta in questo 2024. Personalmente spero si tratti di un “arrivederci” perché l’asta è sempre un evento coinvolgente ed interessante.
Per supplire a questa mancanza, la fiera ha introdotto due interessanti eventi. Il primo è certamente l’esposizione di memorabilia Ferrari. Anche se si trattava di una mostra con spazi limitati, l’ho trovata particolarmente interessante. E quei guanti dell’indimenticato Gilles, vincitori del GP di Jarama 1982, hanno certamente riscaldato molti cuori.
Il nuovo spazio talk (seconda novità) spero personalmente rappresenti un primo passo verso una sezione di approfondimento che, a mio avviso, deve essere sempre presente in una fiera che vuole rivolgersi anche ad un pubblico più “colto” e interessato all’approfondimento.
Tendenze, contaminazioni e le belle auto
E’ indubbio che le fiere di auto d’epoca siano alla ricerca di un pubblico più giovane. Arezzo non fa eccezione in questo, contaminando la sua vocazione naturale, ospitando un ampio stand di eccellenti vetture “moderne”.
Sono senza dubbio belle opportunità per osservare vetture dal valore inestimabile, ma, da purista dell’auto storica, temo sempre che queste operazioni vadano a scapito dello spazio dedicato all’auto classica.
Ad Arezzo, l’esposizione è stata in equilibrio, con una giusta predominanza di vetture storiche. Tra queste, di particolare appeal, l’esposizione di vetture del Club Saracino intitolata “Capelli al Vento”, che mostra un trittico di scoperte Italiane Pininfarina di indubbio fascino: Lancia Aurelia B24, Fiat 1200 Cabriolet e Alfa Romeo Giulietta.
Bellissima la Jaguar XK140 FHC presente nello stand di Tuscany Classic, mentre il registro storico Fiat, tra le varie vetture esposte, presentava una Fiat Panda 4×4 reduce dai principali rally raid (Parigi Dakar Compresa).
Tra le vetture rare, una particolarissima Fiat 500 Tilly realizzata dalla carrozzeria Baldi. Una crossover ante-litteram metà spider e metà racer, costruita in pochissimi esemplari.
Conclusioni: strade e incroci
La fiera di Arezzo mantiene la sua anima di evento con sfaccettature diverse. In bilico tra la mostra scambio e la fiera Nazionale, rimane una delle poche opportunità genuine di vedere (ed esporre) auto d’epoca nel centro Italia.
L’intraprendenza e le idee del management sono linfa per la crescita di un evento che ha visto presentarsi al bottegino oltre 12.000 spettatori.
Personalmente, vista l’esperienza con altri eventi, è doveroso creare equilibrio con le contaminazioni: includere elementi estranei alle classiche richiede maestria e misura per non scontentari il vecchio pubblico (anche in senso anagrafico) e cercare consenso in ambiti diversi.
Per ora l’operazione è riuscita, con un mix godibile. Appuntamento al prossimo anno, con grande curiosità per l’evoluzione che l’evento sarà offrire.
Esperto informatico e CTO di un importante archivio fotografico, da sempre appassionato di auto classiche e fotografia ho avuto il privilegio di vedere i miei scatti pubblicati sulle principali testate di auto storiche, da Petrolicius a Ruoteclassiche.
Nel 2017 ho creato Ciclo Otto