La storia vera che vi andiamo a raccontare è di quelle che un appassionato di Maggiolini raramente incrocia, anche solo nei suoi sogni. La sceneggiatura prevede un barn find, cosa in sé non impossibile. Ma il fato ha voluto inserire nell’intreccio così tanti elementi unici, da rendere il tutto sbalorditivo.
Il ritrovamento: il Maggiolino Barn Find che non ti aspetti
Aprile 2021. Il mondo maggiolinistico italiano è scosso da una notizia: è stato ritrovato ad opera di Carlo Alberto Venosta, operatore professionista del mondo auto d’epoca, un Maggiolino del 1951, fermo da forse 40 anni. Non solo: l’auto ha la sua targa originale, ma è uniproprietaria con motore matching number. E, udite udite, addirittura il motore si mette in moto.
Per capire l’importanza del ritrovamento, va specificato che il 1951 è stato il primo anno di importazione del Maggiolino in Italia, ancorché per vie non ufficiali (l’Autogerma venne fondata solo nel 1954) e in quell’anno ne furono importati solamente 31!
Ebbene sì: quel Maggiolino è uno dei 31 arrivati nel 1951 ed è sopravvissuto fino ad oggi in condizioni eccellenti, per essere fortunosamente ritrovato in un cascinale a Latina.
Ricostruzione della storia: il più vecchio Maggiolino “Italiano”
Torniamo ai nostri giorni, primavera 2023: “MKC Italia” (www.maggiolino.it), il più importante club italiano dedicato ai Maggiolini e derivati mette in campo tutte le sue forze per ricostruire la storia dell’auto, inquadrarne l’importanza, dettagliarne il restauro in corso col nuovo proprietario e infine scoprire notizie, ormai dimenticate, su quei primi anni di importazione parallela in Italia.
Ne nasce una pubblicazione di 40 pagine, di estrema importanza per i cultori del Maggiolino (disponibili per i soci di MKC Italia) che riportiamo qui in estrema sintesi, vista l’importanza dell’evento.
L’auto era stata acquistata nel 1951 da una facoltosa famiglia milanese, con proprietà nel Lazio. Il Certificato di Nascita ufficiale richiesto alla Volkswagen riporta per la precisione il 4 Giugno 1951 come data di produzione, mentre la Motorizzazione riporta il 27/7/1951 come data di immatricolazione in Italia. Fortuna ha voluto che l’auto non abbia mai cambiato proprietario e abbia quindi potuto mantenere la targa in lamiera originale nel formato 320×220 (ai tempi, il cambio di provincia comportava il cambio di targa).
Attraverso vie tortuose, documentate da MKC Italia con una intervista allo scopritore Carlo Alberto Venosta, l’auto viene acquistata dagli eredi della famiglia che l’aveva comprata nel 1951, salvata dal suo stato di abbandono e portata a Milano, per essere messa in vendita a un selezionato nuovo proprietario, che si impegni nella tutela e custodia che un’auto del genere merita.
Il restauro: alla ricerca della fedeltà assoluta
Il Maggiolino finisce effettivamente nelle mani di Beppe Guerini, grande esperto di auto d’epoca, Porsche in particolare, che si impegna in un certosino restauro per riportare la macchina in condizioni immacolate.
I segni del tempo avevano in effetti comportato diversi rimaneggiamenti: dal colore, ripreso nel corso degli anni e riportato al suo corretto L36 Azurblau, agli indicatori di direzione a bacchetta sigillati per adeguarsi alle regole del Codice e correttamente rimessi al loro posto, al filtro aria non originale etc.
L’impianto elettrico, ormai non più utilizzabile, è stato integralmente sostituito tramite una azienda specializzata inglese, che li ricostruisce con cavi telati come d’uso all’epoca.
Per quanto incredibile, il motore non ha necessitato di operazioni di restauro approfondite.
MKC Italia documenta in tutti i dettagli il restauro in corso, oggi ormai alle battute conclusive, e conferma la ricerca della fedeltà assoluta da parte di Beppe Guerini.
Uno di 31. Il Maggiolino tra Mario Mordacci e le gare del Trofeo Supercortemaggiore
Da quanto si sa ad oggi, quest’auto è il più antico Maggiolino di prima immatricolazione italiana esistente. Ci sono Maggiolini più antichi circolanti in Italia, anche del 1949, ma sono stati importati da altre nazioni nel corso degli anni. Come dicevamo all’inizio, il 1951 è stato il primo anno di importazioni, ad opera della società “Mario Mordacci Srl” di Parma, e in quell’anno ne arrivarono 31; l’anno successivo, ne arrivarono 237.
Le ricerche condotte da MKC Italia hanno permesso di fare una carrellata di alcuni di questi primi Maggiolini italiani di cui ad oggi si abbia notizia e si sono spinte fino a documentare una insospettabile attività di marketing ad opera del citato Mario Mordacci, una specie di nome tutelare del maggiolinismo italiano.
Tutto è nato da alcune fotografie del fotografo tedesco Hans Truöl trovate per caso durante queste ricerche. Esse ritraggono un gruppo di Maggiolini con targa pre-1952 presso un traguardo di gara cittadina. Incuriositi da queste targhe, i ragazzi di MKC Italia si sono spinti fino a identificare il luogo e l’occasione in cui vennero scattate quelle foto: si tratta del Trofeo Supercortemaggiore (all’epoca una notissima gara di regolarità) del Settembre 1952.
Per iniziativa di Mario Mordacci, alla gara parteciparono la bellezza di 28 Maggiolini, i quali, finita la competizione, proseguirono fino a Wolfsburg, dove la comitiva di 80 persone venne ricevuta direttamente da Heinz Nordhoff, CEO della Volkswagen.
Le vetture tornarono quindi in Italia, percorrendo la bellezza di 4.000 km, “senza che alcuna vettura denunciasse il benché minimo inconveniente”, come recita il giornale “Auto Italiana” n°19-20 del 15-24 Ottobre 1952.
Il primo Volkswagen Club Italiano
Non solo: si è anche scoperto che nel 1952 già veniva creato a Milano il primo “Volkswagen Club Italiano” e che il 1° Maggio 1952 si svolgeva a Torino, in occasione del Salone, il primo raduno di Maggiolini.
Insomma, la scoperta di questo barn-find del 1951, probabilmente irripetibile in sé stessa, è anche riuscita a gettare luce sul primo periodo di attività della Volkswagen in Italia, di cui esistevano solo vaghe notizie.
I ragazzi di MKC Italia stanno continuando le ricerche e sono riusciti a contattare gli eredi di Mario Mordacci e quelli di Gerhard Gumpert, il fondatore di Autogerma, con l’obiettivo di intervistarli a breve. Una storia, quella dei Maggiolini Italiano, che non smetterà di sorprendere.
Esperto informatico e CTO di un importante archivio fotografico, da sempre appassionato di auto classiche e fotografia ho avuto il privilegio di vedere i miei scatti pubblicati sulle principali testate di auto storiche, da Petrolicius a Ruoteclassiche.
Nel 2017 ho creato Ciclo Otto
3 commenti
Bellissima informazione ! Complimenti da un vero appassionato. Anche io ho un 2 vetri del ’52 e mi piacerebbe molto conoscere in maniera così approfondita la sua storia … ” sin dai primi passi ” !!!
Un saluto 👋
Vendo maggioino del1978 targa nera funzionante
Grazie infinite per questo articolo che mi ha fatto scoprire cose che non sapevo di mio nonno Mario Mordacci.