La Fiat 1100 TV Coupé Ghia non lascia indifferenti.
Non solo per la bellezza delle forme, ma anche per la storia (in parte oscura) e per la simbologia.
L’epopea dei grandi carrozzieri Italiani
Un periodo irripetibile, di rinascita dalla seconda guerra mondiale, con un fermento umano e tecnologico che mai si è più manifestato in Italia.
La nascita delle fuoriserie ha due protagonisti fondamentali: i grandi carrozzieri Italiani (tra i tanti Vignale, Ghia e ovviamente Pininfarina) e le stesse case automobilistiche Italiane, interessate a regalare ai propri clienti quel “qualcosa in più” per distinguersi dalla ormai nascente motorizzazione di massa.
E’ in questo contesto che, a metà degli anni 50 nasce questa meravigliosa e rara vettura.
La Fiat 1100 TV Coupé Carrozzeria Ghia.
Raro incontrarne una visto che si parla di una produzione limitatissima, di appena 6 vetture.
Inutile cercarne in rete, l’unica vera gemella che mi è capitato di vedere è un modello di color azzurro attualmente in Portogallo. Con molta reverenza mi sono approcciato a questo modello, nella completa tranquillità del proprietario che me l’ha concessa per una mattinata.
La fuoriserie non urlata
Ottimo esempio di equilibrio tra l’eleganza, indubbiamente necessaria su una fuoriserie, e sportività, quest’auto esprime un’eleganza appunto non urlata, dettata unicamente da un disegno riuscito.
La grande griglia ovoidale frontale (forse una premonizione di quello che sarebbe stato il futuro del glorioso marchio Ghia, finito, non senza rimpianti, nelle mani del colosso Ford) conferisce al frontale un’aspetto importante senza alterarne le proporzioni, che sono comunque quelle di una piccola coupé.
Splendido il raccordo del padiglione posteriore, una delle zone più riuscite del modello, che termina il suo disegno in un accenno alle pinne posteriori, un must per modelli del periodo.
L’interno: semplicità ed eleganza
Lo spirito del corpo vettura si ritrova anche all’interno dove viene ripreso l’accostamento del bicolore esterno abbinandolo ad un interno di velluto beige sobrio ed elegante.
Il volante Franco Conti primeggia in un interno accogliente anche se piuttosto compatto. Bellissima la finitura della fiancata con il listello cromato superiore ad incorniciare il logo Ghia. Finezze da fuoriserie.
Storia oscura e pepe sotto al cofano
L’acquisizione da parte di Ford della carrozzeria Ghia ha avuto come effetto collaterale la perdita di gran parte della documentazione relativa alle vetture, soprattutto le fuoriserie.
Motivo per cui anche l’attuale proprietario ha avuto più di un grattacapo a rintracciare la storia corretta di questa vettura.
Sotto al cofano non troviamo il motore 1100, ma un’unità ben più sportiva. Si tratta infatti di un propulsore 1500cc bialbero OSCA la stessa utilizzata a partire dal 1959 sulle Cabriolet Pininfarina.
Evidente che questo trapianto è stato eseguito più avanti nella storia della vettura (datata 1954). Sicuramente una rinuncia sul piano dell’originalità ma un trapianto che può essere considerato in linea con lo stile della vettura.
Un periodo irripetibile
Una vettura che fa sognare, non solo perché estremamente elegante, ma perché fa pensare a quello che rappresentava (e tutt’ora rappresenta) lo stile Italiano.
Capaci di grandi cose quando lavoriamo in sinergia. Un ricordo di quel passato, ma anche, implicitamente, un augurio per la nostra piccola grande Nazione
Esperto informatico e CTO di un importante archivio fotografico, da sempre appassionato di auto classiche e fotografia ho avuto il privilegio di vedere i miei scatti pubblicati sulle principali testate di auto storiche, da Petrolicius a Ruoteclassiche.
Nel 2017 ho creato Ciclo Otto