L’estro dei carrozzieri Italiani, spesso celebrato per le esclusive fuoriserie degli anni 50-60 non si esprimeva solo nell’elaborazione di automobili per facoltosi proprietari. Un “filone” in cui l’Italia eccelle è certamente quello delle vetture pubblicitarie.
Lo scenario d’elezione per queste creazioni artigianali sono chiaramente gli eventi nazionali itineranti. Giro d’Italia, Cantagiro, 1000 Miglia, rappresentano occasioni formidabili per le aziende per presentare i propri prodotti, in un periodo in cui ancora la televisione non è un elettrodomestico abituale per l’Italiano medio.
Le aziende commissionano alle carrozzerie estrose conversioni di modelli, spesso creati ad immagine e somiglianza dell’azienda o di un prodotto. L’auto Binaca a forma di tubetto di dentrificio, l’auto “maiale” dell’azienda di mangimi Zoovit, il “famoso” carro armato sparadadi della Prest sono alcuni fulgidi esempi della fantasia che accompagna la realizzazione delle vetture, vere produzioni artigianali.
Tra queste vetture, una delle più incredibili ed estrose prove d’autore viene commissionata dalla Ebano, azienda produttrice di lucido per scarpe. La “Scarpa”, vettura prodotta nel 1953 per il giro d’Italia è la protagonista di un incredibile barn-find e di un’opera di restauro maniacale che sta per volgere al termine.
Vecchi bulloni e il recupero della “Scarpa”
Il ritrovamento di questo pezzo unico è opera di Piergiorgio Ottaviani e dell’associazione culturale Vecchi Bulloni. Con sede a Nepi (VT), da anni l’associazone si impegna nel recupero sia delle vetture che dei macchinari legati alle produzioni artigianali in lamiera.
In questo si avvale anche della collaborazione dell’Architetto Paolo Fissore, erede della omonima carrozzeria, in un connubio che ha come obbiettivo, la preservazione della cultura del “battilastra”, arte in cui l’Italia è da sempre eccellenza, ma che rischia di perdersi nel panorama delle produzioni industrial-artigianali.
Un patrimonio culturale da preservare e di cui l’associazione si è fatta portavoce. In nome di questo obbiettivo nasce l’incredibile recupero della “Scarpa”.
L’auto, nasce sulla base di un furgonato Fiat 615, trasformato in scarpa dalla carrozzeria Grazia di Bologna, famosa sia per la piccola produzione di derivate Fiat, sia per le conversioni di mezzi in ambulanza, autolettiga e carri funebri.
L’incontro tra Ottaviani e la “Scarpa” avviene per caso. La Ebano è ancora un player di primo piano nella produzione di lucido e accessori per le calzature e conserva ancora la “Scarpa” nei pressi del suo stabilimento Bolognese.
La vettura giace abbandonata all’esterno, accanto ad altri mezzi pubblicitari usati negli anni dalla Ebano. All’interno del mezzo sono addirittura presenti dei campioncini di prodotto che l’azienda distribuiva nelle manifestazioni.
In questo caso, sottolinea Piergiorgio, va dato merito alla Ebano che ha mostrato una straordinaria collaborazione nell’appoggiare un tentativo di restauro che è al limite dell’archeologico.
Il mezzo è un vero one-off che ha visto lavorare sulla parte meccanica anche la Stanguellini di Modena che ha operato l’allungamento del telaio. Questa lavorazione è stata scoperta (non senza una certa emozione) dal ritrovamento di un’etichetta metallica Stanguellini inserita sul telaio della “Scarpa”.
Dalla ruggine al recupero
Dopo oltre 60 anni di abbandono all’aperto, la “Scarpa” versa in condizioni critiche, tanto da far pensare ad un recupero impossibile. Il mezzo oltre ad essere pesantemente intaccato dalla ruggine è stato danneggiato dalla caduta di un albero sulla parte posteriore.
I tecnici eseguono, come primo intervento, una documentazione fotografica completa di tutti gli elementi meccanici della “Scarpa”.
Un lavoro lungo ma necessario a preservare i componenti conservabili e poter reperire o eventualmente ricreare i pezzi non recuperabili.
Nella ricreazione di parte dei lamierati, l’associazione ha la fortuna di poter utilizzare alcuni macchinari dismessi dalla Carrozzeria Barbi, azienda specializzata nella personalizzazione di bus e mezzi commerciali.
Un lavoro straordinario
Il recupero, oltre al difficile salvataggio e sostituzione dei lamierati, ha richiesto una minuziosa analisi dei componenti meccanici che costituiscono la “Scarpa”.
Essendo mezzi di produzione artigianale, non è stato possibile attingere ad alcuna documentazione tecnica. Inoltre, in questo particolare caso, è di difficile reperimento anche la documentazione fotografica del mezzo, che si limita ad alcune fotografie storiche della produzione e a pochissime immagini dinamiche tratte dal Giro d’Italia.
L’associazione è in particolare grata al socio Marco Sambataro che ha fornito molti elementi per comporre l’intricatissimo puzzle, oltre a creare il contatto diretto con Franco Grazia della omonima Carrozzeria. E’ bene ricordare che la Carrozzeria Grazia è stata per molti anni un riferimento assoluto a Bologna. Nel suo stabilimento trovavano lavoro oltre 150 dipendenti.
Fortunatamente, come d’uso comune in queste lavorazioni, per contenere i costi di produzione, il mezzo è assemblato utilizzando molti componenti comuni a mezzi dell’epoca. Ad esempio, sottolinea Ottaviani, le maniglie a bacchetta sono quelle comuni a molte barchette e Gran Turismo dell’epoca.
L’analisi del mezzo evidenzia anche la notevole usura di gran parte delle componenti meccaniche con focus particolare sul propulsore, che potrebbe essere stato sostituito con quello derivato dalla Fiat Campagnola.
Il ritorno a casa: Bologna per Auto e Moto d’Epoca
L’associazione si è data un preciso obbiettivo: riuscire a portare la Scarpa Ebano di nuovo a lustro (perdonate il gioco di parole) alla prossima edizione di Auto e Moto d’Epoca che proprio in questo 2023 trasferisce la propria sede a Bologna.
Un ideale ricongiungimento tra la Scarpa, la Ebano e la città di Bologna. Un implicito riconoscimento all’attività dell’Associazione che organizza ogni anno il “corso di battilastra”, avvalendosi dell’azienda Fiorentina “La Marzocco”, leader nella produzione di macchine da caffé professionali.
Come frutto dell’esperienza e del contatto con Franco Grazia, l’associazione ha avuto l’idea di realizzare un libro sul restauro e sull’importanza della Carrozzeria Grazia. Un altro piccolo apporto nel solco della preservazione delle conoscenze sui grandi carrozzieri Italiani.
Si ringrazia Alberto Di Grazia per aver fornito i dati storici della “Scarpa”.
Esperto informatico e CTO di un importante archivio fotografico, da sempre appassionato di auto classiche e fotografia ho avuto il privilegio di vedere i miei scatti pubblicati sulle principali testate di auto storiche, da Petrolicius a Ruoteclassiche.
Nel 2017 ho creato Ciclo Otto