Come di consueto il concorso d’eleganza di Amelia Island riesce a stupire prima ancora di aprire i battenti, grazie alle aste di Bonham’s, Gooding & Co e Rm Sotheby’s che faranno da contorno all’evento.
La tre giorni di aste vedrà in sequenza i “big three” proporre le loro vetture in un crescendo rossiniano di bellezza e stupore.
Bonhams Amelia Island: pezzi unici, vetture regali e anziane signore
Ad aprire le danze ci penserà l’incanto di Bonhams, in programma il giovedì 3 marzo 2022 alle 10 ora locale (le 16 in Italia) al Fernandina Beach Golf Club.
Le vetture potranno essere ammirate il 2 Marzo dalle 9 alle 19 e il 3 Marzo dalle 9 alle 13, ora locale.
Sfogliando il catalogo dell’incanto, si nota la numerosa presenza di youngtimer accanto a vetture più anziane ma molto interessanti. Un parco auto che permette di spaziare dalla Citroën 2cv Dolly a vetture sportive dal pedigree incommensurabile, da pezzi unici a una nutrita schiera di vetture dei primi decenni del ventesimo secolo.
La rassegna di auto dei primi del ‘900 sarà capitanata da una Ford model T Touring del 1908 (lotto 281), che col suo numero di serie risulta essere una delle più anziane model T esistenti.
Probabilmente si tratta di una delle vetture che fecero bella mostra di sé al salone di Londra del 1909, dove la creatura di Henry Ford raccolse un gran numero di ordini. Purtroppo non è possibile provare la veridicità del numero di telaio, il numero “2”, ma si tratta comunque di una vettura restaurata con cura, sia nei dettagli che nell’originalità e in virtù di ciò stimata tra 180.000 e 260.000$.
Altra vettura di sicuro interesse è quella del lotto 224, una bellissima Mercedes 300 SL Roadster del 1960, color Uranium Yellow. La vettura in questione è appartenuta alla famiglia reale iraniana, nello specifico alla principessa Ashraf Pahlavi, ed è stata successivamente acquisita da un commerciante iraniano che ha provveduto alla sostituzione del propulsore dovuta alla rottura della coppa dell’olio.
Tale propulsore sostitutivo è stato comunque acquisito direttamente dalla casa madre a Stoccarda, con conseguente marcatura del propulsore identica a quello di primo equipaggiamento. In virtù di questo, degli appena 23.507 km percorsi e di un restauro da ben 600.000$, la 300SL è stimata tra 1.900.000 e 2.300.000 $.
Scorrendo il catalogo ci si imbatte in una superba Bugatti Type 57C Stelvio Convertible del 1938 (lotto 232), opera del compianto Jean Bugatti e prodotta poco prima dell’inizio del secondo conflitto mondiale.
La 57C in questione ha vissuto vari passaggi di proprietà dalla sua nascita, vivendo anche una parentesi sportiva quando Albert Benmussa vi corse la Lyon-Charbonnière del 1950 e l’edizione 1952 della “Côte de la Rochette”, prima di essere sottoposta ad una completa ricostruzione del propulsore.
Questo venne ricostruito di nuovo dopo una rottura patita da Benmussa in un trasferimento autostradale, venendo rigenerato con parti originali ma non numerate e perdendo quindi la corrispondenza tra codice motore e telaio. La vettura poi è stata venduta negli USA e qui è arrivata sino ad oggi dopo alcuni ulteriori passaggi di proprietà, con una stima tra 1.300.000 e 1.700.000$.
Il lotto 241 ospita una delle one-off Jaguar più famose degli ultimi anni, anche per il meticoloso lavoro di restauro portato a termine a metà del decennio scorso.
Jaguar XK120SE Coupè del 1954, carrozzata Pininfarina. Esemplare unico costruito per un acquirente americano ed esposta ai saloni di Torino 1955 e Ginevra 1956.
Dopo varie peripezie e passaggi di proprietà viene scovata nel 2015 e sottoposta ad un restauro che ha richiesto oltre 6000 ore di lavoro con la ricostruzione di alcune parti tramite stampa 3D e studio di foto d’epoca, preludio allo straordinario secondo posto al concorso di eleganza di Pebble Beach del 2017. Viene stimata tra 900.000 e 1.300.000$.
Starlette dell’incanto sarà sicuramente la Porsche 550 Spyder del 1955, chassis no. 550-0036, la quale può vantare una carriera da vera racer nel vecchio continente.
Dopo i primi due proprietari la vettura passa ad un militare americano di stanza in Germania e con lui si trasferisce negli Stati Uniti. Qui viene acquisita dal suo attuale proprietario nel 1972 che le dedica 50 anni di cure intervallate da un meticoloso restauro iniziato negli anni ’80 e terminato nel 2003.
Con una stima di 4.500.000 – 5.500.000$, il lotto 250 risulta l’ideale per chi cerca una vettura di livello eccelso per partecipare alla Mille Miglia o alla Le Mans Classic.
Gooding & Co. Amelia Island: miti da corsa e capolavori su quattro ruote
Secondo incanto dei tre previsti sarà quello di Gooding &Co., previsto per venerdì 4 marzo 2022 alle ore 11 (le 17 in Italia) a Racquet Park, nel complesso dell’Omni Amelia Island Resort.
La preview dei lotti in asta è prevista per giovedì 3 Marzo dalle 9 alle 18 e venerdì 4 Marzo dalle 9 alle 16, ora locale.
Il catalogo dell’asta si presenta molto nutrito, ben 99 vetture, e con stime variabili dai 25-35k$ di una Bmw 318is E30 agli oltre 10 milioni previsti per la vettura più significativa.
Il top lot è un’affascinante Talbot Lago T150-C-SS Teardrop Coupè del 1937 carrozzata da Figoni & Falaschi, (lotto 54).
Lo chassis 90107 è una straordinaria interpretazione di questo modello (una produzione stimata in non più di 10-12 esemplari), ed è stato premio d’eccellenza del Concours d’Elegance Fémina, tenutosi il 24 giugno 1938 al Trocadero di Parigi.
Nel 1939 la vettura vola in USA, acquisita da un noto broadcaster televisivo. Qui cambia svariati proprietari venendo restaurata completamente nel 2004 poco prima di vincere con merito il concorso di eleganza di Pebble Beach nel 2005 e di essere ceduta all’attuale proprietario.
Porsche si presenta con una folta schiera di vetture di pregio, capitanate dalla Porsche 718 RSK del 1959, (lotto 27). L’auto vanta un pedigree di gara con 10 vittorie di classe sulle 15 competizioni corse, guidata sapientemente da Emil Pardee tra il 1959 e il 1961.
Dopo l’addio alle piste rimane negli States dove viene restaurata nel 2014 per poi essere esposta al concorso di Amelia Island del 2018. La sua valutazione oscilla tra 2.500.000 e 3.500.000$.
Proseguendo con le vetture di Stoccarda, al lotto 61 viene offerta una Porsche 904/6 del 1965.
Creatura di “Butzi” Porsche nata per correre a Le Mans, con chassis 906-011, fa qui il suo debutto nei test di Aprile 1965 per poi correre in varie gare dello stesso anno. Alla fine del 1965 viene ritirata dalle competizioni dalla squadra ufficiale per poi essere venduta nei successivi anni a un driver americano che la schiera nell’SCCA con notevoli risultati.
Dopo alcuni passaggi di proprietà viene acquistata nel 1985 dall’attuale proprietario che la restaura e la riporta alle condizioni originali, compresa la livrea argento originaria, cambiata più volte nel corso della sua carriera agonistica.
E’ stimata tra 2.500.000 e 3.250.000$.
Due lotto ospitano delle splendide racer di inizio anni 80. Porsche 935, entrambe del 1979, rispettivamente lotti 82 e 88.
La prima delle due, chassis 930 990 0031, è la penultima costruita ed è una delle più sviluppate della serie. Infatti è stata usata dal 1979 al 1981 per ricerca e sviluppo, intervallate dalla sfortunata partecipazione alla Le Mans del 1979, terminata con un ritiro dopo 154 giri.
Monta un motore unicamente usato per le gare storiche, ma viene fornita del propulsore originale, (stima tra 1.700.000 e 2.000.000$).
La seconda 935, chassis 930 000 0027, è stata acquistata da Otis Chandler, proprietario del Los Angeles Times, ed ha partecipato solo alla 6h di Riverside del 1979. E’ stata venduta nel 1993 all’attuale proprietario che l’ha utilizzata per varie gare per auto storiche prima di sottoporla a restauro.
Il motore non è l’originale ma un motore evoluto e più affidabile 3.0 biturbo montato da un’officina californiana. Presentata in colorazione originale, l’auto è stimata tra 1.500.000 e 1.700.000$.
Restando in tema di “bellezze da corsa” si fa notare il lotto 42, una Toyota-Shelby 2000 GT del 1967. E’una delle 351 2000 GT costruite, delle quali solo 3 sono state preparate da Shelby per correre l’SCCA del 1967, terminato al quarto posto in classifica generale con alcune vittorie e piazzamenti a podio.
Inoltre il numero di chassis, MF10-10001, testimonia come sia stata uno dei primi esemplari di pre-serie costruiti e si presenta splendidamente dopo un restauro avvenuto negli anni’90 , preludio di una escalation di visibilità iniziata con la partecipazione a Goodwood 2004 (guidata dall’allora CEO di Toyota) e culminata con il primo posto di classe ai concorsi di Monterey 2013 e Amelia Island 2017. E’ valutata tra 2.750.000 e 3.000.000$.
Tornando al mondo occidentale col lotto 31 si segnala una Ferrari 330 GTS del 1967, uno dei 99 esemplari costruiti, nello specifico chassis 10173 in Amaranto con interni in pelle beige.
Venduta da Chinetti Motors in Connecticut, ha sempre vissuto negli States dove è stata restaurata nel 2014. In questi anni ha vinto il Lion Award al concorso di eleganza di Meadow Brook del 2006 ed ha partecipato a Pebble Beach nel 2017. Viene valutata tra 2.000.000 e 2.400.000$.
Il lotto 39 invece presenta una delle più iconiche vetture prodotte dalla BMW, una stupenda 507 II serie del 1959.
Si tratta di un magnifico conservato, prodotto nel 1959 con carrozzeria nera e interni in pelle rossa. Acquistata da Gerhard R. Bold nel corso di un viaggio per trovare la famiglia in Germania, è arrivata con lui via nave negli USA per restarvi sempre.
Il primo proprietario l’ha fatta partecipare al New Hope Automobile Show nei primi anni ’70 per poi smontarla in attesa di lavori. Così la vettura è stata ritrovata pochi anni fa e necessita perciò di un restauro estetico e meccanico. Stima tra 2.000.000 e 2.400.000$.
Ultrima segnalazione per Gooding & Co., una Bentley R-type Continental Fastback del 1954, con carrozzeria Mulliner. E’ una delle 23 costruite con guida a sinistra ed è stata usata per gare SCCA nel corso degli anni ’50.
Nel 1959 è stata urtata in gara e perciò ricostruita e aggiornata con un motore potenziato, come previsto tra le opzioni del programma clienti Bentley. Dopo vari proprietari statunitensi è stata acquistata dall’Aga Khan nel 1998 e restaurata totalmente presso uno specialista londinese.
In seguito alla morte dell’Aga Khan nel 2003 viene ereditata dallo chaffeur ventiduenne che la rivende ad un collezionista che affina il restauro nel 2007. Partecipa a Pebble Beach nel 2009 meritando il primo posto di classe e viene valutata tra 2.000.000 e 2.500.000$.
RM Sotheby’s Amelia Island : prototipi e anni ’30 americani
Ultimo incanto, ma solo in ordine cronologico, sarà quello di RM Sotheby’s.
L’appuntamento è per il 5 Marzo alle 11 (le 17 in Italia) al Ritz-Carlton di Amelia Island, con preview delle vetture prevista per i giorni 3 e 4 Marzo dalle 10 alle 17.
Anche l’asta della casa londinese si presenta ricolma di vetture interessanti e dal costo variabile, si parte da stime di 40.000$ previste per una Ford V8 Roadster del 1933 e una Jaguar MKII 3.8 del 1961, per arrivare a vetture dal valore milionario tra cui spiccano auto moderne e iconiche come Bugatti Chiron, Ferrari LaFerrari e Mclaren Speedtail.
Ai nostri occhi, sempre orientati verso il mondo dell’auto d’epoca, risalta sicuramente una Ferrari 275 GTS del 1965, chassis 06809 e sesta di 200 esemplari. Tale vettura ha vissuto da giramondo tra Germania, Svizzera e USA cambiando svariati proprietari e venendo riverniciata prima in color oro e poi in rosso, dopo essere nata bianca con interni in pelle nero Tranzi.
Non è mai stata restaurata, è matching numbers ed è stimata tra 1.600.000 e 2.000.000$.
Gli amanti delle auto italiane troveranno sicuramente interessante il lotto 138, una stupenda Maserati 3500GT Spyder Vignale del 1961. La vettura si presenta in cromia Azzurro reale con interni in pelle Connolly bianca, dotata di ruote a raggi Borrani e di Hard Top.
Consegnata a Roma nell’agosto 1961 se ne perdono le tracce fino al 2004, anno in cui viene scovata a Praga e portata negli States per essere esposta al Blackhawk Automotive Museum di Danville, California. Nel frattempo è stata riverniciata in rosso e presenta interni in pelle beige e in questa configurazione vince il primo premio di classe al concorso di eleganza di Danborough, in Connecticut.
Viene poi venduta nel 2011 all’attuale proprietario, che la restaura riportandola alle condizioni originali con una spesa di 500.000$. E’ matching numbers e viene stimata tra 850.000 e 1.100.000$.
Indubbiamente unica è la Bugatti EB110 GT Prototipo, lotto 129, prodotta nel 1992 e esposta al Motorshow di Bologna dello stesso anno e successivamente al Grosvenor House Hotel di Londra durante il 1993. Nata in fibra di carbonio, color verde scuro con interni in pelle grigia, viene riportata alla casa madre nel 1994 terminando la carriera promozionale e venendo allestita per l’omologazione USA.
In tale occasione viene ritinta nel classico blu Bugatti ma finisce travolta dal fallimento dell’azienda di Romano Artioli nel corso dello stesso anno. Viene così venduta e immatricolata in Italia, restaurata con motore nuovo e interni in pelle grigia chiara nei primi anni 2000.
In tale occasione riceve alcune parti derivate dal modello Super Sport. Ad oggi ha percorso solamente 1095km e viene stimata tra 2.000.000 e 2.500.000$.
Risale invece al 1930 la Duesenberg Model J Convertible Sedan carrozzata Murphy, assegnata al lotto 154. Consegnata a New York e una delle sole 45 costruite prima della chiusura della carrozzeria Murphy, e si presenta identica a come consegnata il 28 febbraio 1930.
Nel corso degli anni ha avuto svariati passaggi di proprietà, con una prima ricostruzione meccanica avvenuta nel 1957. Nel 1985 ha iniziato un meticoloso restauro portato avanti da vari proprietari sino alla ricostruzione del propulsore avvenuta nel 2004. Così rifinita è risultata la “Best in class Duesenberg” al concorso di Pebble Beach del 2011 e con tali premesse viene valutata tra 2.000.000 e 2.400.000$.
Altra splendida statunitense è la Packard Twelve Individual Custom Convertible Victoria carrozzata Dietrich, protagonista del lotto 161. Venduta nel 1934 a Philadelphia vanta lo chassis 1108-15. Ridipinta in blu scuro e restaurata prima degli anni ’80, ha sempre fatto parte di collezioni importanti, come quella di Frank Ricciardelli che nei primi anni 2000 ha provveduto ad un nuovo restauro con cromia champagne e smontaggio completo del propulsore ad opera dell’officina Stone Barn di Vienna.
E’ stata nominata per il premio “Best in show” al concorso di Pebble Beach del 2014 e viene stimata tra 3.750.000 e 4.500.000$.
Decisamente singolare la Cunningham C-3 Cabriolet Vignale del 1953, venduta con il lotto 175, caratterizzata dalla carrozzeria nata in Italia e accoppiata a meccanica Chrysler, visto il propulsore V8 Hemi.
Nello specifico la vettura in questione nasce nel 1953, quando viene spedita in Italia per ricevere la carrozzeria e fare ritorno in America rifinita in rosso e con interni in pelle marrone chiaro. Esposta al Momo’s di New York durante il 1954, ad agosto trova il suo primo proprietario che la espone a Pebble Beach nel 1956 e 1957, oltre ad essere testata dalla rivista “Road &track” nel 1957.
Dotata di chassis 5441, passa di mano varie volte prima di arrivare ad oggi e vanta partecipazioni al concorso d’eleganza di Greenwich nel 2013 (dove viene presentata direttamente dalla famiglia Cunningham) e un ritorno a Pebble Beach nel 2015. Viene stimata tra 900.000 e 1.200.000$.
Nato in una notte del dicembre 1985 e fiorentino doc a tutti gli effetti, sin da piccolino si vedeva la mia forte passione per l’automobile, testimoniata dal fatto che prima ancora di parlare fluentemente deliziavo i miei genitori con i nomi delle auto viste e riconosciute sulle riviste del periodo! Ho vissuto un’infanzia felice scorrazzando con la Citroen 2CV 6 Special rossa di mia madre e l’amatissima Ford Escort SW del 1994, auto di mio padre e da me fortemente desiderata al punto da sceglierne il colore!
Nel corso degli anni sono stato tra i fondatori del Knight Rider Italia, fan club italiano della serie Supercar e sono divenuto assiduo frequentatore della 24h di Le Mans con una gang di amici impareggiabili. Sono anche motociclista da più di dieci anni, vi aspetto per un panino insieme sui passi dell’Appennino Tosco-Emiliano!