Tradizionalmente Arezzo Classic Motors alla fiera di Arezzo è l’evento fieristico che apre l’anno dell’auto classica in Italia. E mai come in questa occasione siamo stati felici di arrivare nella cittadina Toscana per ammirare le vetture esposte.
I motivi sono molteplici e seppur nelle limitate dimensioni dell’evento, questa due giorni ci ha donato un certo ottimismo sulle prospettive dell’auto d’epoca nel nostro paese.
Controtendenza
Non è un mistero che le fiere di auto d’epoca stiano vivendo un momento particolare. Il trasloco di Auto e Moto d’Epoca su Bologna e il quasi contemporaneo spostamento forzato di Automotoretrò su Parma hanno in qualche moto creato forti “rumors” su un mondo che da sempre vive in bilico tra costi e investimenti, entusiasmo degli appassionati e incertezze sul futuro.

In questo senso Arezzo ha mostrato qualche segnale positivo. Spazi espositivi tutto sommato mantenuti e l’inserimento, quest’anno, dell’asta di auto, moto e memorabilia curata da Art International hanno mostrato al pubblico qualcosa di nuovo.

Indubbio che Arezzo sia ancora una fiera in bilico tra la mostra-scambio e gli eventi maggiori, ma in un momento in cui anche le certezze più radicate sembrano sgretolarsi, vedere l’impegno di un’organizzazione nel portare qualcosa di nuovo va assolutamente premiato ed incentivato. E questo a prescindere dalla qualità delle proposte, o, nel caso dell’asta, del numero e importanza delle vetture offerte.
Highlights della fiera
Nella variegata offerta dell’evento (occupato per almeno metà degli spazi dalla nutrita offerta di ricambi) abbiamo ritrovato le certezze di Arezzo Classic Motors. In primo luogo la presenza del Club Saracino, patrocinatore di questo evento (che quest’anno ha raggiunto il suo 25esimo compleanno) e la presenza del Registro Storico Fiat, che è sempre uno degli stand più attesi.

Quest’ultimo è sostanzialmente incentrato sul compleanno della Fiat Panda 4×4 (che compie ben 40 anni nel 2023) e presenta una ricca selezione di modelli dell’utilitaria Italiana tra cui la Moretti PandaRock 4×4, una versione Trekking prima serie e anche un’interessantissima Panda Top Ten, versione celebrativa a tiratura limitata.
Tre le vetture che vorrei segnalarvi dall’evento. La prima è certamente una rarità per il territorio Italiano.

Si tratta di una Lotus Elan, nel raro allestimento +2. Si tratta dell’interpretazione per famiglie della classica Elan, in cui, su un telaio allungato erano ricavati 2 posti di fortuna, adatti per ragazzi non troppo grandi.

E’ un’auto rara da incontrare (meno di 5000 pezzi prodotti) e dai commenti dei proprietari risulta un raro connubio tra il piacere di guida Lotus e un sorprendente livello di comfort.
Rimanendo nell’ambito delle vetture Inglesi, in vendita come parte dell’asta di Art International era presente un’interessante Triumph TR6 in uno squillante colore giallo.

Nonostante le specifiche US (sidemarkers e paraurti ad assorbimento d’urto), l’auto spiccava nell’esposizione del padiglione (assieme alla sua sorellina TR3A) trovando spazio nell’insieme dell’offerta d’asta, incentrata principalmente su produzione italiana.

Il terzo highlight mi riporta in Italia, ma con uno sguardo lontano agli States.

Si tratta di una Fiat 1100 TV Trasformabile, la piccola spider su base 1100, realizzata dalle Carrozzerie Speciali Fiat per mano dell’ingegner Fabio Luigi Rapi.

Dotata di una linea molto americaneggiante con orpelli e cromature, non disdegnava l’uso agonistico, con alcune felici prestazioni.
Menzione d’onore personale, essendo un grande fan del modello, per questa Fiat 850 Grand Prix Francis Lombardi.

In vendita presso la sezione esterna della zona commercianti, ha attirato gli sguardi di molti visitatori.
Asta Art International: segnali per il futuro
Come accennato, l’elemento caratterizzante dell’edizione 2023 è stata l’asta di auto, moto e memorabilia realizzata da Art International.

Si è trattato di un incanto a misura di Arezzo Classic Motors con 44 lotti suddivisi tra le tre categorie. Solo 14 le vetture proposte, con top bid una moderna Ferrari 599 GTB Fiorano.

Per le storiche, oltre alla già citata Triumph TR6, e la piccola TR3A al suo fianco, meritevole di menzione, la oldtimer Fiat Tipo Zero Torpedo del 1914. Un’eccezionale conservato datato 1914.

Certamente un’evento di portata ridotta, ma sicuramente un buon ingresso nel mondo fieristico legato all’auto d’epoca. Un’ambiente che ha davvero bisogno di forze fresche e nuove idee.

Esperto informatico e CTO di un importante archivio fotografico, da sempre appassionato di auto classiche e fotografia ho avuto il privilegio di vedere i miei scatti pubblicati sulle principali testate di auto storiche, da Petrolicius a Ruoteclassiche.
Nel 2017 ho creato Ciclo Otto
1 commento
Concordo sulla valutazione positiva dell’evento. Se l’essere in bilico tra mostra-scambio ed eventi maggiori significa mantenere quella varietà di esposizione e significato storico, ben vengano manifestazioni come quella di Arezzo. Almeno in Italia, il motorismo storico spesso accentua quei tratti di esclusività, che a mio parere – oltre a non poterci permettere, almeno su vasta scala (non siamo gli USA) – non sono controbilanciati da altri eventi di natura meno elitaria. E’ ben noto come in un Paese come il Regno Unito, accanto a manifestazioni di indiscusso prestigio, si abbiano numerosi eventi dove regnano le Austin, le Morris, le Ford e le Vauxhall che hanno una presa immediata presso il pubblico (l’auto del nonno, l’auto della propria infanzia, etc). In Italia purtroppo accanto a manifestazioni internazionalmente valide come Padova, o la Mille Miglia, si abbia davvero poco e dove c’è si verifica sempre uno “spostamento verso l’alto”. Si genera una spinta verso l’alto, esercitata da chi vede l’auto d’epoca non come una passione, ma come un business e fonte di guadagno: puntare alle manifestazioni ancora non affermate significa un minore impegno economico iniziale, ma ben più sostanziose percentuali di profitto per la minore concorrenza. In sintesi: se Automotoretrò a Parma significa non piegarsi alle esose richieste “lingottiane” (il Lingotto è tutto caro, non solo per l’auto d’epoca), rimanendo nel campo di un motorismo storico diffuso, ben venga il trasferimento; se invece dovesse significare un tentativo di spostare verso l’alto il target, meglio pagare un biglietto leggermente più caro a Torino. Staremo a vedere.